lunedì 4 settembre 2023

Commento capricciosamente e svogliatamente le mie letture.

Questi ultimi mesi si sono rivelati un periodo un po' ingrato, quindi ho deciso di tornare ad usare questo vecchio blog come una sorta di "diario", giusto per non perdere il piacere della scrittura (e con la certezza che non verrà letto da nessuno o quasi).

Commentare svogliatamente cose viste o lette, senza preoccuparsi di fare foto carine o scrivere cose pregnanti è rilassante e oserei dire quasi terapeutico. Quindi eccoci qua, all'ennesimo "cambio di pelle" di questo blog. 


Sabato ho letto "La grande traversata". Mi riferisco all'adattamento a fumetti di Haruko Kumota [1], del romanzo omonimo di Miura Shion (edito in Italia da Einaudi). Non ho letto il romanzo originale, ne ho visto l'anime, o il film live action. Quindi, questa storia di un gruppo di persone che lavorano alla creazione di un nuovo vocabolario della lingua giapponese si è presentata ai miei occhi come completamente nuova. Haruko Kumota aveva già illustrato il romanzo originale e curato il character design della serie animata (che mi dicono molto bella), quindi non era proprio estranea a questa storia, ma personalmente, quando leggo la parola "adattamento a fumetti" non posso fare a meno di avere qualche pregiudizio, e se possibile tendo sempre a spostarmi sul materiale originale. Il problema però è che adoro Haruko Kumota, quindi ho deciso di fare uno strappo alla regola. E sono contento così perché alla fine mi è piaciuto molto! 

Non tutti i personaggi sono caratterizzati perfettamente, ed il passaggio del tempo poteva essere rappresentato in maniera forse più efficace , ma la creazione di questo vocabolario, e tutte le splendide persone coinvolte nella sua lunga produzione, mi ha appassionato tantissimo. Il fatto che spesso la storia è narrata dal punto di vista delle persone meno brillanti ed entusiaste del gruppo  e davvero azzeccata, perché il loro coinvolgimento nel progetto cresce di pari passo con l'attenzione e l'interesse del lettore. La storia si sviluppa attraverso un lungo lasso di tempo, e la dipartita di un personaggio appena prima della pubblicazione mi ha molto commosso : anche se il corpo non c'è più, è quello che ha costruito lo spirito che conta, e che resta. 

Probabilmente il tono della storia è più leggero e meno riflessivo rispetto a quello del romanzo, ma lo spirito della storia non è stato tradito, ne sono convinto. 

L'edizione italiana by Dynit è molto carina e curata, e i due volumi che compongono l'opera sono usciti contemporaneamente in cofanetto. Peccato per il costo un po' proibitivo, come sempre accade per questa casa editrice. 


Sul fronte libri, sto leggendo "Lampi" di Hayashi Fumiko. Ho sempre voluto leggere qualcosa di questa scrittrice così coraggiosa e moderna, che già nel 1936 descriveva con onesta brutalità la condizione femminile delle ragazze di basso ceto, la cui unica opzione onorevole era il matrimonio. Lampi è un romanzo crudele e ambiguo, con tre sorelle diversissime che quasi si odiano, ma il cui destino è legato in modo indissolubile. Sono quasi alla fine, e sono molto curioso di vedere se Kiyoko (una delle tre sorelle) riuscirà davvero ad affrancarsi dalla sua famiglia grazie allo studio ed al rifiuto di un matrimonio d'interesse con un uomo orribile. 


Ah, ho visto Oppenheimer. Credo di aver visto quasi tutti i film di Nolan al cinema, e rimango sempre sconvolto dalla sua capacità nel farti digerire ore ed ore  di storie che in mano ad altri sarebbero indigeribili. Il problema è che non riesco mai ad empatizzare con i suoi personaggi :a fine visione resto sempre come "anestetizzato", pur apprezzando enormemente la messa in scena (anche se ce ne sono un paio in Oppenheimer che ho trovato incredibilmente cheap!). 

Bene, ho scritto tutto. Alla prossima! 



NOTE:

[1] Haruko Kumota è conosciuta in Italia per l'adorabile ma piuttosto innocuo BL "Itoshi no Nekokke". La sua opera più famosa è "Showa Genroku Rakugo Shinjuu"  di cui ho parlato Qui

mercoledì 23 agosto 2023

Moto Hagio e la decostruzione del femminile

 


In "The Left Hand of Darkness" di Ursula Le Guin, il protagonista si trova sul pianeta Gethen, i cui abitanti sono completamente androgini, o meglio di un genere neutro: solo per un breve periodo di tempo -il periodo fecondo- assumono le caratteristiche di un sesso o dell'altro, ma è una scelta del tutto volontaria, che avviene fra i due partner. 

Questa dinamica riguardo l'identità di genere dei Getheniani mi colpí molto durante la prima lettura, e forse ha colpito anche Moto Hagio.

In Siamo in 11!, uscito nel 1975, uno degli undici esaminandi alla deriva nello spazio è Frol, proveniente dal pianeta Vene. Pur proclamandosi uomo, Frol è in realtà un ermafrodita in attesa di andare incontro alla "seconda crescita", dove grazie all'assunzione di un ormone specifico si può scegliere di quale sesso diventare (lasciando fare alla natura, la scelta è casuale). Hagio gioca un po' con questo personaggio, che pur innamorandosi del protagonista e dichiarando di essere disposto a diventare donna per lui, continua a comportarsi da maschiaccio per tutto il volume. Ma in realtà, anche se non in modo particolarmente approfondito, usa Frol anche e soprattutto per fare una riflessione sui ruoli di genere nella cultura e la società dei vari pianeti : Frol infatti, inizialmente non accetta l'idea di poter diventare donna, perché il suo triste destino sarebbe quello di sposarsi ad un nobile  molto più vecchio, finendo messo in disparte come le sue sorelle. 


Nel 1979 esce "Star Red", ed ancora una volta Hagio sovverte i ruoli di genere e biologici : è Yodaka, marziano biologicamente uomo che vive sulla terra a recuperare, grazie ai suoi poteri, l'anima alla deriva della protagonista Sei : per poter farla rinascere, modifica il suo corpo diventando donna, accettando in grembo l'anima della ragazza e diventando così la genitrice di una nuova stirpe di marziani "terrestri" . 


Questa sorta di "decostruzione" del ruolo della madre (e del femminile) avviene anche nel volume di racconti (ambientati nello stesso universo) A-A', uscito nel 1981. Nella terza storia X+Y abbiamo un altro personaggio (Tacto) che pur identificandosi come uomo ha il doppio cromosoma X, e nei primi anni di vita è passato alternativamente  da un sesso all'altro. Questa sua particolarità deriva dalla storia dei genitori, ed anche in questo caso c'è un trauma legato alla figura della madre (altrimenti non sarebbe la Hagio!). La madre di Tacto, infatti, era uno scienziato uomo, che ha testato su di sé un farmaco in grado di cambiare il genere sessuale. Una volta diventato donna, concepisce Tacto con il collega di studi, scegliendo di rimanere definitivamente in quella condizione. Dopo la nascita del bambino, però, il farmaco cessa di avere effetto sul suo corpo, portando la madre di Tacto alla follia e al suicidio (tutto perché il padre non riesce a continuare ad amare la donna che lentamente stava tornando  ad essere un uomo). Tacto verrà a patti solamente grazie a Mori, che lo amerà a prescindere dal suo genere. 


Nel 1985 esce Marginal, opera che forse tira le fila di tutto questo discorso, andando a mostrarci un mondo in cui il genere femminile è praticamente scomparso, e la riproduzione avviene esclusivamente per via artificiale (sotto lo spauracchio della Mother, che altri non è che un patetico fantoccio con l'unico scopo di rappresentare "il femminile", che ormai è diventato una sorta di venerato lascito dei tempi passati, totalmente slegato dalla vita di tutti i giorni). 

È sempre difficile star dietro alla biologia creata dalla Hagio, ma anche in quest'opera il protagonista ha elementi sia maschili che femminili, e questa dualità sarà la chiave di volta della storia : sarà l'elemento che, forse, guarirà il mondo di Marginal. 


Sicuramente, l'approccio di Hagio a tematiche come l'identità di genere è ancora piuttosto naif rispetto alla sensibilità moderna con cui oggi viene affrontato, eppure riecheggia chiaramente nelle sue storie, e fa riflettere. I suoi personaggi, anche quando non biologicamente ermafroditi, sono molto spesso androgini e in particolar modo, è curioso vedere, come di opera in opera, il "femminile" sia percepito molto più spesso come una maledizione (perché alle donne non viene mai concesso tutto come agli uomini) che come una benedizione. Sarà mica che la Hagio odia le donne? Secondo me no, e anzi, nelle opere sopracitate sembra quasi liberarle da fardelli tipicamente femminili come quello del parto e della crescita dei figli (dando anche agli uomini la possibilità di procreare) andando così  a destabilizzare tutti i costrutti che ruotano attorno al maschile e al femminile. Ecco, i ruoli di genere sì. Quelli deve odiarli tantissimo. Voi che ne pensate? 

 





domenica 13 agosto 2023

We need to talk about Akimi Yoshida




Oggi è il compleanno di Akimi Yoshida [1], mangaka che amo moltissimo e creatrice del personaggio il cui nome indosso. Questo non sarà un post divulgativo sulla sua lunga e fortunata carriera, ma piuttosto sul mio rapporto - come lettore - con le sue opere, e come per certi versi, abbia fatto da pietra miliare per la mia percezione dello shoujo manga. 

Il first contact è avvenuto parecchi anni fa, nella fumetteria della mia città. Ai tempi, si trovava in un locale molto grande, con un eccedenza ridicola di stanze, e in una di essa c'era uno scaffale polveroso con dei volumetti originali giapponesi : quello con la copertina tutta gialla mi colpi immediatamente, ma che disegni bruttarelli! Eppure in qualche modo mi attiravano, anche se non sapevo dire bene perché. Avevo già sentito parlare di Banana Fish? Probabilmente sì, perché il titolo non mi era completamente nuovo. Ma dove? Adesso non ricordo, ma forse sullo shoujo manga outline, o in qualche rivista dei tempi (Kappa Magazine? Lodoss?). Ma fu solo anni dopo, all'annuncio della pubblicazione italiana che cominciai ad interessarmi veramente a questo titolo, scoprendo che era disegnato da una donna e che aveva un target shoujo. Ai tempi, la mia ignoranza sui vari target e le riviste giapponesi era abissale, ma qualche shoujo era già stato pubblicato (come Marmelade Boy e il mio amato Cortili del Cuore) e pur vergognandomi un po', li apprezzavo e mi incuriosivano - perché ero giovane e pieno di pregiudizi, ma non del tutto stupido-.

Certo, la trama presentata dalla casa editrice, che sbandierava l' omosessualità di Ash, era decisamente becera e fuorviante (e immagino repellente per i potenziali lettori maschi, che già si vergognavano a leggere gli shoujo manga), ma di certo non mi ha fermato dal leggerlo... E che viaggio è stato!

Non starò a ripetere per la millesima volta quanto mi sia piaciuto, ma posso tranquillamente dire che, riletto vent'anni dopo, l'amore è rimasto quasi  immutato.

Dico "quasi" perché in vent'anni i gusti cambiano, e adesso l'assenza di personaggi femminili importanti sia in Banana Fish che in Yasha mi destabilizza un po'. Come mi destabilizza il ritmo sincopato della narrazione, dove non c'è davvero mai un momento di pace. Ma ai tempi, l'idea di avere uno shoujo così action e crudo (e così lontano dai turbamenti sentimentali ad ambientazione scolastica che rappresentavano il mio unico metro di paragone) mi sconvolse completamente. Anche il finale mi ha sconvolto, ma questa è un altra storia (per la cronaca : no, quel finale non riuscirò mai a metabolizzarlo).

Grazie alle scan dello Shoujo Manga Outline (sito e forum del cuore, dove però ho dato il peggio di me) ho potuto leggere anche Kissho Tennyo, opera antecedente a Banana Fish : la storia di una ragazza bellissima e tormentata, che sembra ammantata da poteri quasi demoniaci. Un thriller ammaliante e controverso, che mi ha davvero lasciato una profonda impressione (anche graficamente, perché è disegnato benissimo) e che spero venga edito in italiano, prima o poi.

Yasha (anche questo letto in scan, molto prima del miracoloso annuncio della pubblicazione by Panini) è un'opera per certi versi speculare a  Banana Fish, sia come cast quasi tutto maschile che come ritmo, ma allo stesso tempo molto più ambiziosa e ancorata alla fantascienza di fine anni 90 (e al feticismo per i gemelli, che andava molto in quel periodo). Ma ne ho parlato nel post precedente, quindi non mi dilungherò.

Con i due volumi del complesso intreccio amoroso di Lover's Kiss Akimi Yoshida arriva finalmente  a Kamakura, che diventa un po' il palcoscenico delle sue opere della maturità, e in particolare dello splendido Our Little Sister (Umimachi Diary).

Finalmente, l'autrice  abbandona i "superuomini" braccati da oscuri personaggi e torna a parlare di sentimenti e della vita di tutti i giorni. In lei nasce come una nuova consapevolezza : che la vita è breve e spesso funestata da malattie e ingiustizie che la rendono incredibilmente difficile. E che l'unico conforto è il rispetto e l'amore verso le persone che ci circondano, che siano familiari o meno. La storia del grazioso gineceo formato dalle sorelle Koda e dalla piccola sorella acquisita Suzu non fa sconti sugli aspetti più duri della vita di tutti i giorni :si parla spesso di malattia, di morte, di situazioni familiari tutt'altro che rassicuranti e di scelte difficili . Ma allo stesso tempo rassicura il lettore mostrando che l'affetto e le piccole gioie quotidiane sono un balsamo che cura praticamente tutto. 

Sono convinto che quest'opera, che forse è la sua più bella, ha venduto pochissimo , e di conseguenza, dubito che leggeremo il seguito Utagawa Hyakkei (che non è proprio un seguito ma è comunque legato a Umimachi dalla parentela di alcuni personaggi). 

Sono ancora molte le opere di questa autrice che devo ancora leggere : California Story, Eve no nemuri ed altri volumi unici degli esordi. Conto di farlo al più presto, e chissà, magari ne parlerò qui sul blog. Intanto, Buon Compleanno Akimi Yoshida! Sei e rimarrai sempre una mangaka unica, nonché la prima ad avermi fatto capire che il concetto di "target", spesso lascia il tempo che trova e genera più pregiudizi che altro. 


NOTE:

[1] Ho scritto questo post il 12 Agosto, giorno del suo compleanno, ma l'ho pubblicato il giorno dopo. 





venerdì 11 agosto 2023

I manga che non leggeremo mai in Italia 39 : Lover's Kiss di Akimi Yoshida



Kamakura, metà degli anni 90.

Rikako Kawana è una "party girl" di buona famiglia e di bell'aspetto, che frequenta le superiori. Vive con i genitori e la sorella minore Eriko, con la quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale. 

Una mattina, in spiaggia, Rikako rimane incantata nel vedere un ragazzo fare surf, e con sua grande sorpresa scopre che si tratta di Tomoaki Fuji, un playboy dalla cattiva fama che frequenta la sua stessa scuola. Attirata dalle storie che circolano su di lui, decide di frequentarlo, ignorando i continui avvertimenti della sua migliore amica Miki Ozaki e suscitando il disprezzo di Eriko. 

I due iniziano subito con il piede sbagliato ma, quasi per sfida, finiscono a letto insieme, in uno squallido love hotel. Ma quello che è iniziato come una specie di gioco crudele, comincia ad avere degli strascichi e lentamente i due finiscono per conoscersi meglio e innamorarsi. 

Potrà un amore nato quasi per gioco superare i traumi del passato e i progetti del futuro? 

Un altro paio di occhi e sempre posato su Tomoaki Fuji : sto parlando di Takao Sagisawa, un'altro studente che conosce il ragazzo da prima che diventasse il "Bad boy" della  North Kamakura High. Sagisawa è un pianista promettente, e fa da accompagnatore nel Club del coro. Sempre in compagnia del premuroso Asushi Ogata (uno spilungone che viene da Osaka), lentamente, e con suo grande sgomento, si rende conto di essere sempre stato innamorato di Fuji, con il quale continua ad avere un buon rapporto di amicizia (essendo uno dei pochi a non avere pregiudizi su di lui). Sagisawa sa che il suo amore è impossibile, ma proprio quando sta quasi per rivelare i suoi sentimenti a Fuji ecco che Ogata rovina tutto, uscendosene fuori con una dichiarazione ancora più inaspettata! 

Intanto Eriko continua a disprezzare la sorella Rikako, con la quale ha sempre avuto un rapporto fatto di gelosia, competizione e incomunicabilità. In particolar modo, Eriko soffre per Miki, la migliore amica di Rikako : Eriko, infatti, ha capito benissimo che Miki prova qualcosa di più di un semplice amicizia per sua sorella, e questa cosa la ferisce moltissimo, perché lei stessa ha sempre avuto un debole per Miki. Grande amica e confidente di Ogata, anche Eriko è pronta 

a fare di tutto per la persona amata. 


Come andrà a finire questo variegato intreccio di amori? 


Akimi Yoshida suddivide la storia in tre parti: Boy meets Girl, Boy meets Boy e Girl meets Girl, e come in un complesso puzzle, mostrando le stesse scene da diversi punti di vista, va ad arricchire e svelare il background dei vari personaggi, rendendoli sempre più credibili e umani. In quest'opera il suo stile narrativo è sempre asciutto e senza inutili fronzoli, ma allo stesso tempo, in molte scene, si fa più  poetico e delicato, diventato  più simile a quello di Our Little Sister che a quello di Banana Fish.

 

La storia si legge che è un piacere, e i personaggi (sebbene non sempre amabili) catturano immediatamente l'attenzione del lettore, tanto che non si fa minimamente fatica a passar sopra ad un "poligono amoroso" così complicato. 


Piccola curiosità : In Our Little Sister (anch'esso ambientato a Kamakura), la Yoshida usa delle versioni moderne e leggermente diverse di personaggi e luoghi già apparsi in Lovers Kiss. Ne è un esempio il surfista delle superiori  Tomoaki Fuji che appare nel primo e secondo volume e che ha una relazione con una delle sorelle. E appaiono anche il Dolphin, il negozio di articoli marini a Inamuragasaki, ed il negozio di liquori della allegra famiglia Ozaki (in Lover's Kiss c'è addirittura un cameo di Futa, protagonista di Our Little Sister). Insomma, sono due opere intimamente legate, non solo per l'ambientazione.


Non penso verrà mai pubblicata in italiano, ma la potete leggere con la traduzione amatoriale in inglese by Megchan Scanlation. 

Yasha di Akimi Yoshida



Sei Arisue è un piccolo genio che vive a Okinawa con la madre Hisako. Nonostante le sue doti speciali, che lo portano a dover fare degli esami a Tokyo ogni sei mesi, la sua infanzia scorre come quella di un ragazzo normalissimo,  passando le giornate in compagnia del suo migliore amico Toichi e degli abitanti dell'isoletta in cui vive. 

Ma una notte d'estate il passato si ripresenta davanti ad Hisako sotto le sembianze di Amamiya, uno scienziato che sembra avere a che fare con la vecchia vita della donna e la misteriosa nascita di Sei. In quella notte tutto cambia, e Sei si ritrova praticamente prigioniero nella gabbia dorata della Neo Genesis, una ditta farmaceutica presso la quale diventerà un talentuoso virologo.

Sei anni dopo quella notte fatidica, a Sei si presenta l'occasione per tornare a Tokyo, per studiare il caso di un misterioso virus che ha colpito dei senzatetto. I vertici della Neo Genesis non sono entusiasti di lasciarlo andare, ma grazie all'aiuto di uno dei fondatori (nonché mentore del protagonista), riesce a raggiungere il suolo nipponico. Qui ritroverà Toichi ed altre persone care della sua infanzia, ma la sua fama di geniale dottore lo rendono un'allettante bersaglio per tutte le spie industriali mandate dalle rivali della Neo Genesis. E non solo, con sua grande sorpresa scoprirà di avere anche un gemello identico : il losco e affascinante Rin, che subito si dimostra felicissimo per il ricongiungimento dei due.


Come sapete, Banana Fish ha rappresentato per me un "punto di svolta" come lettore : mi ha insegnato che gli shoujo manga potevano parlare anche di altre cose oltre ai sentimenti di studentesse che si innamorano fra i banchi di scuola. Mi ha insegnato che potevano essere controversi, violenti, affrontare dilemmi morali ed avere il ritmo di un film d'azione.


Lo ammetto : Il finale di Banana Fish mi ha lasciato orfano, ma non per molto, perché a colmare il vuoto è arrivato Yasha.  È stata la prima serie che ho acquistato in lingua originale ed anche se potevo limitarmi solo a vedere le figure ho subito capito che la stoffa era quella di Banana Fish, e che la grandissima Akimi Yoshida non aveva perso il suo smalto.

L'effettiva lettura in una lingua a me comprensibile ha confermato definitivamente che, sì, Yasha è un manga splendido ed avvincente che mescola l'azione e la fantascienza al folklore di Okinawa e che fa dell'intricata trama dei rapporti fra i vari personaggi il suo vero punto forte. Anche in quest'opera (come accadeva in Banana Fish) il cast è quasi esclusivamente maschile e per quanto ci si giri intorno, il rapporto fra i gemelli  Sei e Rin fa da innegabile motore all'intera storia. Due esseri quasi divini, identici eppure diversissimi, che si intersecano e coesistono specularmente come lo Ying e lo Yang. Non voglio svelare troppo, ma anche qui i traumi non saranno pochi, vi avverto.


L'edizione italiana è nella media : la carta giallina non mi dispiace, ed il formato più grande giova molto ai disegni della Yoshida. Sedici euro non sono pochi, ma teniamo conto che stiamo parliamo di un volume che raccoglie i due tankobon originali.


Questo primo volume è abbastanza introduttivo, è vero, ma sentirete una scintilla non appena arriva Rin. Vi prometto che sarà uno spedido viaggio. Fidatevi! 



domenica 19 dicembre 2021

La Corte dei Cento Demoni vol. 1 di Ichiko Ima

 


La Corte dei Cento Demoni (in originale Hyakki Yakoushou ) è un manga di Ichiko Ima , che conta al momento 29 volumi ed è tutt'ora in corso. Quest'opera, che va avanti con grande successo da ben ventisei anni, ha per protagonista Ritsu, un giovane studente in grado di vedere le creature soprannaturali che vivono intorno a lui.  Il nonno di Ritsu era il celebre scrittore Kagyu Iijima, appassionato dell'occulto e delle arti dell' Onmyōdō [1] , e in grado come il nipote di vedere gli spiriti.
La passione di Kagyu per gli yokai [2] (ed il suo desiderio di controllarli) avrà un costo altissimo, e prima di morire arriverà al punto di  far possedere il cadavere di suo figlio (morto da poche ore per un attacco di cuore) ad Aoarashi, un demone dalle sembianze di drago a cui ordina di proteggere il nipote Ritsu. Perché vedere  e interagire con gli spiriti è molto più pericoloso di quello che sembra.






Ritsu vive nella grande e vecchia villa di famiglia insieme alla madre, la nonna e il padre (Aoarashi) , e nel corso dei  volumi si troverà coinvolto, più o meno marginalmente, in varie storie inerenti creature soprannaturali. Sono storie autoconclusive (un po' come succedeva nell'altrettanto bello Mushishi di Yuki Urushibara), anche se non mancano personaggi e creature ricorrenti fin dal primo volume  , come Tsukasa, la tormentata cugina di Ritsu, e i due piccoli tengu-corvi Ojiro e Oguro. 
La Corte dei Cento Demoni è diventato, nel corso degli anni, una delle opere più significative e premiate inerenti la mitologia giapponese e le creature soprannaturali , e gran parte di questo successo è dovuto sicuramente alla grande maestria di Ichiko Ima, che da quasi trent'anni riesce a raccontare storie mai banali, alternando atmosfere orrorifiche ad altre più malinconiche e quasi fiabesche, senza però disdegnare delicati tocchi umoristici.
Una delle caratteristiche di questo manga che mi ha colpito fin da subito è la grande spietatezza con cui l'autrice descrive le creature soprannaturali : anche quelle apparentemente più innocue mostrano sempre il lato inquietante e pericoloso intrinseco alla loro natura , e gli errori che gli esseri umani fanno nel rapportarsi a loro vengono sempre pagati a carissimo prezzo (spesso e volentieri con la morte). Questa cosa contribuisce a creare una tensione "sotterranea" sempre presente, scatenando una sottile e costante ansia nel lettore. Lo stesso "amichevole" Aoarashi dimostra in più occasioni lati inquietanti,  non perdendo occasione di ricordare al lettore che si tratta di una creatura demoniaca. 



Lo stile della Ima, almeno in questo primo volume, non è ancora al massimo del suo splendore, ma anche nella storia più datata (" Gli invitati al funerale", che è quella che poi ha dato origine a questa serie) dimostra già un grande carattere , con tavole evocative e ricche di dettagli. Le sue illustrazioni, poi, sono bellissime, e sembrano sempre avere la consistenza dei sogni. 
Due parole sull'edizione Goen: la grafica di copertina (o meglio, il font usato per il titolo) non mi piace, ma il formato 15 x 21, con una pagina a colori ed un prezzo di soli 6,50 euro mi ha molto sopreso. Trovo abbastanza bizzarra, però,  l'assenza del nome dell'autrice in copertina. 

E qui è venuto il momento di spendere due parole su Ichiko Ima : fino ad oggi inedita in Italia, in Giappone ha esordito proprio con quest'opera, andando poi a cimentarsi nei generi più disparati , dal BL, al mystery fino al manga storico, principalmente a target seinen e josei (quindi per un pubblico maturo). Le sue opere sono spesso caratterizzate da atmosfere oniriche e legate al folklore, ed è innegabile la sua passione per gli scrittori , i protagonisti maturi ed eleganti e... gli uccelli! Ebbene sì, una delle sue serie più lunghe (Bunchou-sama to Watashi  , 21 volumi in corso)  è proprio dedicata ai suoi amati passeri di Giava!
Su questo blog, anni fa, ho parlato di Otona no Mondai  , una graziosissima commedia su di una famiglia allargata molto particolare. 




In definitiva, consiglio quest'opera?  Assolutamente sì. Capisco perfettamente i dubbi inerenti al numero dei volumi, allo stile che può non piacere e al passato "turbolento" della casa editrice Goen, ma un'opera di questo calibro merita tutto il supporto possibile. Le storie fruibili singolarmente la rendono una serie potenzialmente infinita, ma ho fiducia che Ima saprà dire basta al momento giusto. Se avete amato opere come Mushishi  leggetelo, e non rimarrete delusi !

NOTE:
[1] Per approfondimenti QUI
[2] Per approfondimenti QUI


domenica 12 dicembre 2021

Yue Finest Selection 2021

Come ogni anno (ma per la prima volta, qui sul blog) ecco la Yue Finest Selection , ovvero la lista delle letture che più mi hanno soddisfatto dell'anno venti ventuno. Come sempre mi sono limitato ai manga, scegliendo opere in corso di pubblicazione, o finite in questi dodici mesi. 

Lo scopo di questa lista? Nessuno, se non quello di ribadire la bellezza di queste opere, e di consigliarvele, se non le avete lette. 


In un futuro prossimo, grazie ad un raffinato macchinario in grado di scansionare il cervello, e possibile rivedere i ricordi delle persone morte. Il "Nono" è un dipartimento della polizia scientifica giapponese che utilizza queste scansioni per risolvere crimini efferati. Ma violare il tempio sacro della mente umana ha un prezzo, ed il direttore del Nono, Maki, ne pagherà uno altissimo. 
Un thriller fantascientifico sconvolgente e appassionante, che infrange tutti i tabù ed ha un ritmo degno dei migliori procedural. 




Due donne adulte (una cameriera lesbica ed una maestra delle elementari sposata) si incontrano in un locale, si piacciono e si scambiano un bacio appassionato. Ma nonostante l'attrazione reciproca lasciano tutto in sospeso, e la maestra parla di questa sua passione al marito, che ben presto lo rivela a tutta la sua famiglia. In questo josei di Takako Shimura  l'attrazione fra le due protagoniste viene quasi messa in secondo piano per analizzare piuttosto le reazioni delle persone a loro vicine. È un modo di raccontare abbastanza insolito, disarmante e non sempre appagante, ma la Shimura non sceglie mai la via facile nelle sue storie. Ed è per questo che la amo tantissimo. 




Yama Wayama è stata una delle sorprese più gradite di questo 2021. Delle buffe avventure del professor Hoshi (e del mio adorato Prof. Kobayashi) ho parlato QUI



Nella tentacolare città murata di Kowloon, con i suoi vicoletti labirintici e loschi, lavorano due agenti immobiliari sulla trentina, palesemente innamorati l'uno dell'altra (anche se si rifiutano di ammetterlo) . Ma nella loro vita di tutti i giorni ci sono tanti piccoli misteri, che come i tasselli di un puzzle sembrano formarne uno ancora più grande, probabilmente legato ad una misteriosa compagnia farmaceutica ed al progetto governativo Gene-Terra. Lo dico subito : è un thriller romantico spiazzante, con continui ribaltamenti di  trama e scene che lasciano di stucco.  Non voglio rivelare troppo, ma è una delle serie più intriganti del 2021.
 



Il nuovo manga di Aki Irie (che a breve uscirà in italiano per Jpop) è davvero imprevedibile. Un po' slice of life, un po' detective story e un po' "cartolina dell'Islanda", fa del suo ritmo scombussolato e dei suoi personaggi unici la sua arma vincente. Ne ho parlato QUI




Hanshin è una raccolta di racconti di Moto Hagio, disegnati durante tutto l'arco della sua carriera; dagli esordi fino alla maturità. Ci sono storie molto famose (come La figlia dell'iguana e appunto  Hanshin - La dea dimezzata)  ed altre meno note, come ad esempio il bellissimo Sole Pomeridiano , che ha per protagonista una casalinga di mezza età che comincia a mettere in dubbio il suo matrimonio. Nel complesso un volume molto bello e rappresentativo della sua produzione, e quindi adatto per un primo approccio all'autrice. 
Se proprio non amate le storie brevi, vi consiglio Star Red, volume fantascientifico altrettanto bello. 




Di questa graziosissima serie, piena di amore e accettazione, ne ho parlato QUI. Arrivati al terzo volume, continua a piacermi molto :i capitoli hanno una struttura simile, ma non la trovo ripetitiva e anzi, le storie che rompono lo schema solito sono sempre di più è contribuiscono a dare spessore ai personaggi. 




La Taverna di Mezzanotte è composto da tante storie diverse che ruotano intorno al cibo (preparato nella "taverna") e che ci mostrano un cast di personaggi (molti dei quali ricorrenti) variegato e ricco di umanità.
Non ho mai amato particolarmente i manga a tema culinario, e lo stile di Yaro Abe non è nelle mie corde. Quindi prendere il primo volume di questo manga, senza nemmeno aver mai visto la serie Netflix che ha generato, è stato un grosso azzardo. Eppure, adesso che siamo arrivati al quarto volume (che sarebbe l'ottavo giapponese) devo ammettere che è diventata una delle mie serie in corso preferite, che mi rilassa e mi rimette in pace con il mondo.  



Cosa ci fa una bambina umana nel mondo dei Demoni!? Il mercante itinerante Simon  la trova svenuta in mezzo al nulla, e con non pochi dubbi decide di salvarla, e portarla con sé. Nonostante l'ambiente ostile per un essere umano, i due diventano amici, e iniziano insieme un'avventuroso viaggio. Nicola è la protagonista di questa graziosa serie in 4 volumi, pubblicata in Giappone sulla rivista Harta.  Un manga divertente e garbato, ricco di messaggi positivi e adattissimo a qualsiasi età. Consigliatissimo, nella speranza di una futura pubblicazione in lingua italiana. 




Di nuovo Yama Wayama (che si conferma la più grande sorpresa del 2021) , con il suo volume di esordio Captivated, By You. Nella prima parte abbiamo per protagonista Hayashi, uno studente tutto sommato anonimo ma che grazie ai suoi comportamenti bizzarri e spensierati riesce ad attirare l'attenzione delle persone intorno a lui. Nella  seconda parte abbiamo per protagonista Nikaidou, uno studente dall'aspetto lugubre che sembra uscito da un manga di Junji Ito e Medaka, il suo vicino di banco, incuriosito da quel ragazzo così bizzarro. Wayama si trova pienamente a suo agio con le ambientazioni scolastiche, ed il suo humour brillante e allo stesso tempo buffo pervade anche questa opera. L'edizione Yen Press è bella ma costosa, quindi spero in una edizione italiana. 




Princess Maison è la storia di Sachi, una ragazza lavoratrice che cerca di acquistare  una casa tutta per sé. Ma allo stesso tempo è la storia di molte donne, spesso single, che cercano o affermano il loro posto nel mondo. Aoi Ikebe , con il suo stile minimal ma sempre pregnante, è una delle voci più acute nel descrivere l'universo femminile, e questa serie è un assoluto gioiello. Forse la più bella letta nel 2021.



La Lanterna di Nyx è uno splendido racconto di formazione, ambientato fra Nagasaki e la Francia. La giovane Miyo, una ragazza orfana che vive dagli zii, trova un impiego in un negozio di antichità e di oggetti provenienti dall'Europa, e ben presto verrà coinvolta nelle vite straordinarie delle persone che lo gestiscono. Kan Takahama ha fatto della tematica dell'incontro fra culture diverse ( in particolar modo fra quella francese e quella giapponese) una delle sue bandiere, e questa graziosa e riuscitissima serie conferma tutto il suo talento. 




Di adattamenti (a fumetti e non) de  I miserabili di Victor Hugo ce ne sono a bizzeffe, ma mai, e sottolineo mai mi sarei aspettato di trovarne uno così fedele al romanzo originale. Di certo, non ad opera di un autore shounen come Takahiro Arai. E invece, pur con alcune leggerissime libertà ed esagerazioni nello stile, riesce perfettamente a rendere su carta lo spirito di quest'opera così grande (se non addirittura ingombrante), smaltendo al momento giusto e gestendo in modo mirabile il gran numero dei personaggi. Davvero una piacevole sorpresa. 




Passione fa rima con maledizione, e Kazuo Kamimura rielabora con il suo stile inconfondibile tredici storie della tradizione onryo (racconti di fantasmi/spiriti vendicativi). La passione che pervade questi personaggi è come una febbre che non si estingue nemmeno dopo la morte, e anzi, si trasforma in rancore  e condanna i colpevoli ad una perfetta legge del contrappasso. Edizione costosissima ma vertiginosamente bella e curata (è l'unica edizione al mondo ad avere tutti e 13 i racconti originali nell'ordine di pubblicazione, e tutto grazie al lavoro certosino di Paolo La Marca e della figlia di Kamimura Migiwa, che ha fornito le tavole a colori originali). 





Shadow House  parla di Emilico, una goffa e pasticciona "bambola vivente" che ha il compito di fare da controfigura alla nobile Kate Shadow,  una delle ombre che formano il prestigioso (e misterioso) Casato Shadow. Fra le bambole viventi e le ombre ci deve essere una perfetta e asettica collaborazione, ma fra Kate ed Emilico nasce invece un'amicizia vera, che le spingerà a voler scoprire di più sul casato ed il patriarca che lo comanda. Questa serie mi ha sorpreso parecchio : sicuramente l'estetica di mio gusto ha aiutato, ma devo ammettere che anche la trama, che alterna capitoli slice of life ad altri  misteriosi e inquietanti, mi ha sorpreso. Se non va troppo per le lunghe (ed il rischio c'è) potrebbe rivelarsi un vero gioiellino. 


Questi sono i titoli scelti per il 2021. Un paio di opere sono rimaste fuori (vedi Ikoku Nikki, la bella miniserie Randagi e Quel che resta del sogno) ma ne ho già parlato altrove e sono sicuro che verranno citate in altre classifiche. Tezuka l'ho lasciato fuori, perché altrimenti mi dite che sono fissato! 

Avete letto qualcosa di questi titoli? Fatemi sapere i vostri preferiti del 2021!





mercoledì 8 dicembre 2021

I manga che non leggeremo mai in Italia 38 - Pygmalio di Shinji Wada




Titolo: Pygmalio (ピグマリオ) 

Info: E' un manga serializzato sulla rivista a target shoujo Hana to Yume a partire dal 1978. E' composto da 27 volumi ,  in seguito ristampati in un' edizione bunko da 12. Nel 1990 , anno della conclusione del manga, è uscito un anime di 39 episodi.

AutoreShinji Wada è stato un autore prolifico e amato, che a partire dagli anni 70 (e fino alla sua morte avvenuta nel 2011) ha sempre disegnato opere per un target femminile , caratterizzate però da trame ricche di azione, con ambientazioni insolite e con diverse incursioni nell'horror e nel mistero. La sua serie più famosa (che ha generato un franchise tutt'ora molto solido e vitale ) è Sukeban Deka , storia di una giovane studentessa chiusa in riformatorio che viene assoldata dal governo come "agente sotto copertura" : il suo compito sarà quello di infiltrarsi nelle scuole superiori di tutto il Giappone , per indagare su vari crimini e abusi di potere, e sopratutto, per poter salvare la madre chiusa nel braccio della morte. 
Attivo anche come sceneggiatore, è venuto a mancare improvvisamente nel 2011, lasciando incompiuta la sua ultima opera Kugutsushi Lin . In Italia , ahimè, è stata pubblicata solamente un'opera da lui sceneggiata , ovvero la mediocre miniserie White Dragon , su disegni di Yu Kinutani.


Alcune fra le opere più famose di Shinji Wada



Trama: Il protagonista di Pygmalio è il principe Kurt, un terribile monello che nonostane le nobili origini e gli impegni scolastici passa gran parte del suo tempo a giocare con gli altri bambini del villaggio. Ma Kurt è diverso dai suoi amici: per prima cosa, ha una forza sovraumana e soprattutto, non ha una mamma. La mancanza di questa importante figura lo rattrista molto, ed il re suo padre, si è sempre rifiutato di parlargli di lei prima della cerimonia per il suo ottavo compleanno.
A pochi giorni da quella fatidica data, Kurt scopre una stanza segreta con una statua bellissima , e con il proseguire della storia piano piano il mistero si svela: la madre Galatea era in realtà la dea guardiana del villaggio, figlia del dio della luce Agnus, che per amore del re decise di abbandonare la sua immortalità, pur continuando a fare del bene per il suo popolo. Ma la figlia del dio malevolo Elzo, la crudele Medusa, per contrastare questo bene  la trasformò in pietrà, insieme a gran parte degli abitanti del villaggio. Al Re concesse otto anni di tregua, quindi durante la cerimonia per il suo compleanno Kurt deve fare una scelta: piegarsi a Medusa e mantenere la pace o ribellarsi mettendo a rischio la vita di tutti? Kurt sceglie di ribellarsi, e dopo aver sconfitto gli emissari di Medusa decide di partire alla sua ricerca, con il solo scopo di sconfiggerla e liberare la madre dalla sua prigione di pietra. 





Commento di Yue: Ho letto questo manga in uno stato di totale rapimento. 
E' possibile rimanere sopresi e coinvolti da un' opera dalle premesse così blande e per certi versi già viste (per un lettore del 2021) ? La risposta è "Sì, perché Shinji Wada è un grande maestro".
A vedere il suo stile così pulito, elegante, e rispettoso dei canoni estetici dello shoujo classico  uno si aspetterebbe una storia garbata, fiabesca e mai troppo violenta o complessa . E invece Pygmalio è una sopresa continua: un manga calibratissimo nel ritmo (nonostante il numero di volumi fila via che è un piacere) , con personaggi carismatici e in continua crescita e con scene talmente forti e inaspettate da lasciare completamente spiazzati. Il viaggio di Kurt, i personaggi che incontra (ce ne sono di controversi e bellissimi) , i suoi numerosi conflitti e dilemmi morali contribuiscono a dare una profondita tutta particolare alla storia , rendendola emozionante e appassionante. Fra l'altro, io non sono mai stato un grande fan del genere fantasy, ma Pygmalio, con la sua estetica che pesca un poco dall' antica Grecia e dall'europa medievale , concettualmente assomiglia di più a un RPG che a un fantasy duro e puro. 
Vorrei davvero tanto venisse pubblicato in Italia. La composizione perfetta delle sue tavole , le scene d'azione super dinamiche ed il suo desiderio di osare sempre e comunque a dispetto del target (o forse grazie ad esso, visto che il target shoujo e sempre stato più permissivo rispetto a quello shounen) rendono Shinji Wada un mangaka straordinario, degno di rientrare fra i grandi. 

Ve lo consiglio. Sì, proprio a tutti.




Si trova in lingue comprensibili ?: Sì, si trova tutto su WingtipCafe Scans

domenica 21 novembre 2021

Free Talk 1 : Letture di Novembre

Non ho una gran passione per i post dove parlo di mille cose, eppure , vuoi per comodità o  pigrizia, ci casco sempre. Ma nelle ultime settimane ho letto parecchie novità e volumi unici, e ne voglio parlare in modo "easy", senza troppi fronzoli. Quindi, eccoci qua!



Called Game vol.1 di Izumi Kaneyoshi
Izumi Kaneyoshi è un'autrice che mi piace molto. I suoi shoujo non sono mai scontati, ed oltre ad avere uno splendido sense of humour (che traspare potentissimo in opere come Ma quando mai?!SEIHO HIGH SCHOOL Men's ) se la cava egregiamente anche nei drammi storici  come  dimostrato nell'appassionante  Il fiore millenario. Questo Called Game , come la sua precedente opera, promette intrighi, colpi di scena e una buona dose di dramma e amore, il tutto calato in un'ambientazione che ricorda un po' l'Inghilterra di Enrico VIII. 
Nel primo volume abbiamo una caparbia principessa (Aruna) che viene data in sposa/ostaggio ad un regno confinante , e che decide di scambiare la sua identità con la sua ancella , facendosi passare per un cavaliere al suo servizio. Una volta arrivata nel regno del futuro marito scoprirà che ci sono altre cinque "regine", perennemente in lotta per conquistare il trono.
Nel complesso ho trovato questo primo volume interessante, anche se devo ammettere che come incipit mi ha colpito di meno rispetto a Il fiore Millenario. Lo scambio di identità e la protagonista che veste panni maschili sono tutto fuorché idee originali , anche se la sotterranea ma sanguinosa lotta fra le aspiranti  regine è molto intrigante. A convincermi meno è l'elemento "shoujo": tutti i personaggi maschili, almeno in questo primo volume, a parte l'essere possibili interessi amorosi , sono piuttosto inutili e poco caratterizzati. La Kaneyoshi, pur utilizzando sempre protagoniste carismatiche  ha  un po' il vizio di ripetere lo schema della "damigella in pericolo salvata dal personaggio maschile di turno", e temo che anche in quest'opera finirà così. Peccato, perché sarebbe bello, per una volta, avere una protagonista che si salva da sola. 
In definitiva, un primo volume promosso con una sufficenza. Vedremo cosa succederà nei prossimi volumi.




Il condominio degli Yokai e altri racconti - Lion Books vol. 1 di Osamu Tezuka
Per Hikari/001 Edizioni è uscito in questi giorni il primo volume dei Lion Books : un enorme e scomodo mattone che raccoglie i primi tre volumetti originali. La serie Lion Books raccoglie storie brevi (o comunque non più lunghe di un volume) uscite su Shonen Jump negli anni 70. 
In questo primo tomone italiano sono raccolti i volumi Adachi -Ga-Hara, che raccoglie quattro storie a tema sci-fi, Miraggio, che raccoglie due storie ad ambientazione storica e due ad ambientazione contemporanea , ed infine Mansion Oba, serie composta da tre capitoli che parla di un gruppo di Yokai sfrattati dalla loro foresta, che si trasferiscono in un condomio sotto spoglie umane per covare vendetta nei confronti degli esseri umani che li hanno cacciati.
Nel complesso, ho trovato il livello delle storie molto buono: si vede che il target è piuttosto giovane, ma sono tutte davvero ben scritte e disegnate, che parlano di umanità, rispetto per l'ambiente e per le diversità (insomma, i temi cari a Tezuka ci sono tutti).  Mansion Oba rappresenta la parte più divertente e satirica del volume, anche se ho preferito le prime due parti.
La dimensione del volume (scomodissima) ed il prezzo non accessibile (pur tenendo conto delle seicento e passa pagine) lo rendono un prodotto solo per fan sfegatati, e questo mi dispiace un po' perché si tratta davvero di una bella raccolta. Curiosità: nella foto ho messo il mio tankobon giapponese in formato mini di Mansion Oba, che mi è stato regalato tanti anni fa dall'osamushiana d.o.c Deda. C'è una bella differenza fra i due!




Cannibale di Kazuo Kamimura e Yu Aku
Una giovanissima ragazza "di periferia" sogna di diventare una stella dello spettacolo, e ci riuscirà grazie all'aiuto di un diabolico talent scout e di tante altre persone che lei finirà per "divorare", pur di raggiungere vette sempre più alte. 
Non mi aspettavo molto da questo volume, e così è stato. La storia è trita e ritrita, ed anche Kamimura non è proprio al massimo del suo splendore . Sia chiaro: non è un brutto volume, ma per l'ennesima volta mi è venuto da pensare con quale criterio siano scelte le opere di Kamimura edite in Italia. Con tutto il ben di dio della sua produzione continuano ad arrivare opere semisconosciute, superflue e dimenticabili. 





Il buio oltre la finestra triangolare 1 di Tomoko Yamashita 
Tomoko Yamashita è una mangaka che adoro, e il suo Ikoku Nikki (edito in Italia da Flashbook) è uno dei josei più interessanti del momento. A sorpresa (ma non tanto, vista la recente uscita dell'anime) Magic Press ha annunciato e pubblicato il primo volume di Il buio oltre la finestra triangolare , storia di un giovane libraio in grado di vedere i fantasmi e di un misterioso e losco "esorcista" con problemi "di vista" . I due non potrebbero essere più diversi, ma i loro congiunti poteri funzionano benissimo . C'è solo un piccolo problema : per usarli devono unire le loro anime, e l'effetto di questa unione è quello di un travolgente amplesso . Ebbene sì, questo manga viene targettizzato come BL, ma a parte l'affinità fra i due protagonisti sembra piuttosto un seinen sugli spiriti e le maledizioni. Il primo volume è decisamente introtuttivo ma getta delle basi molto interessanti. A lasciarmi piuttosto scettico (ed a smorzare l'entusiasmo) è stato l'adattamento/traduzione: alcuni passaggi li ho trovati proprio fumosi  e poco comprensibili . Ma magari è solamente una mia impressione. 





One Room Angel di Harada
Non avevo mai letto niente di questa autrice, ma il suo stile non mi dispiace, e la storia di questo angelo che letteralmente precipita nella vita di un trentenne un po' disadattato mi incuriosiva. Nel complesso mi è piaciuto, ma ho fatto un po' fatica a finirlo. Ci sono un paio di passaggi molto belli ed emozionanti, ma altri (tanti) un po' noiosi e scontati. Nel complesso, l'autrice usa una struttura narrativa già usata in mille altre opere (finale compreso) , ma il tutto finisce comunque per funzionare. Di certo, nessuno si aspettava un'opera così delicata da Harada, visti i lavori precedenti!






Fusuke di Osamu Tezuka
Rizzoli Lizard , sotto la guida di Vincenzo Filosa, continua a tirare fuori opere poco note di Tezuka. Thunder Mask (il precedente titolo uscito su questa collana) è un'avventura piuttosto blanda di botte fra alieni, più alla Go Nagai che alla Tezuka, ed infatti mi ha colpito poco. Fusuke invece si è rivelato soprendente: le assurde avventure del mediocre salaryman protagonista rappresentano un affresco caustico e satirico della società giapponese, che ne addita la cupidigia, la repressione sessuale e tutte le sue contraddizioni e ossessioni. Lo stile è minimal e da gag manga, abbastanza simile a quello già visto in Diletta (altra opera geniale ma poco considerata).
 Lo consiglio? Io per primo ero parecchio scettico, all'inizio, ma mi sono ritrovato a leggerlo tutto di fila con grande gusto. Quindi sì, lo consiglio, soprattutto se volete staccare dal Tezuka "solito" e leggere qualcosa di più particolare .





Restart vol.1 di cocomi
Solitamente sono una persona molto aperta per quanto riguarda i generi e il tipo di letture, ma ahimè sono un essere umano, e tutt'ora ho sempre un po' di pregiudizi nei confronti del genere BL. Non per la tematica trattata , ovviamente, ma per il fatto che è un genere commerciale e stereotipato, fatto per un pubblico femminile al di fuori della comunità LGTBQ+ e con storie poco realistiche. Lo so, sto facendo di tutta l'erba un fascio e sono il primo a trovare un po' sentenziose queste mie affermazioni. Ma tranne rari e apprezzatissimi casi , per mia esperienza personale è sempre stato cosi.
Questo Restart si allontana in modo particolare dal BL medio? Assolutamente no. 
La storia è presto detta: Mitsuomi è nato in un paesino di campagnia (dove i suoi genitori hanno un negozio di articoli buddisti) , ma ben presto si è trasferito a Tokyo , prima per studio e poi per lavoro. All'inizio del volume (a causa del suo carattere poco servizievole e brutalmente onesto) viene licenziato, e torna nel suo paesello per prendere le redini dell'attività di famiglia. Qui incontra Yamato, un giovane e solare ragazzone che è stato adottato da uno dei vicini della sua famiglia. Nonostante i caratteri diametralmente opposti, fra i due nasce un'amicizia e poi... beh, dai, lo sapete.
Come ho già detto è una storia che si sviluppa su binari noti e con tutti gli stereotipi possibili e immaginabili, ma i personaggi sono così ben caratterizzati e la storia è così delicata e dolce che alla fine mi è piaciuto tantissimo. Non mi fa cambiare idea su questo genere, ma il secondo volume lo leggerò più che volentieri!


Bene, queste sono state le letture delle ultime settimane. Voi avete preso niente? Fatemi sapere nei commenti.

domenica 14 novembre 2021

Colmare un vuoto : La Osamushi Collection di Jpop




I personaggi di Osamu Tezuka non hanno mai fatto parte della mia infanzia :  Astroboy, La principessa Zaffiro, Kimba e Black Jack li conoscevo per fama, sì, ma non mi ero mai interessato più di tanto a loro. 

Il first contact con il dio dei manga è avvenuto piuttosto tardi, e con un'opera molto particolare: MW. Sfogliando un' anteprima rimasi colpito da alcune tavole dal contenuto omoerotico che omaggiavano palesemente  l'illustratore inglese Aubrey Beardsley , e con mia grande sopresa scoprii che si trattava di un manga di Osamu Tezuka.  Sapevo già che il maestro si era cimentato in opere per un pubblico maturo molto drammatiche come La storia dei tre Adolf (che non avevo letto), ma la lettura di MW mi sconvolse ugualmente . Michio Yuki è un personaggio amorale, crudele e repellente, ma così incredibilmente  affascinante! Lo ammetto, ero come in preda ad una sorta di febbre estatica, ed arrivai a pensare che non avrei letto un'altra opera di Tezuka altrettanto bella.  Ma poi arrivò il magistrale Ayako, e poi il grottesco Kirihito e a quel punto ho capito che di Tezuka volevo leggere TUTTO.

A quei tempi, Tezuka era edito in Italia grazie al compianto Gianni Miriantini e alla sua Hazard Edizioni : una casa editrice che porterò sempre nel cuore, piena di persone competenti e garbate e sempre pronte a venire incontro agli appassionati di Osamushi (ricordo ancora i loro incredibili sconti, grazie ai quali abbiamo recuperato svariate serie).

Però, nonostante la pubblicazione di gran parte delle sue opere più famose, siamo sempre rimasti un po' indietro rispetto ai francesi, che avevano un' enormità di titoli in più. E fino al 2017 le uscite italiane dedicate a questo autore sono sempre state sporadiche.

A colmare il vuoto è stata Jpop, che nel 2018 annuncia la Osamushi Collection , un'intera collana dedicata al dio dei manga. In questa collana sono state pubblicate sia le sue opere più famose già uscite per la Hazard Edizioni (alcune con nuove traduzioni, come ad esempio Black Jack), sia opere completamente inedite in Italia. In tre anni, al vertiginoso ritmo di tre volumi al mese (minimo), Jpop ha rieditato quasi tutto il catalogo Hazard, insieme a molte opere inedite, sia brevi che lunghe. 

In questo post ho deciso di commentare (il più semplicemente possibile) solo i titoli INEDITI, perché davvero devo dirvi io che La Fenice, La storia dei tre Adolf , Ayako e compagnia sono dei capolavori? Spero proprio di no. 

Partirò dai volumi più recenti , in ordine decrescente.


Dust 8

Un' aereo precipita dopo aver urtato una misteriosa montagna. Solo in otto sopravvivono allo schianto, ma ben presto scoprono la verità : sono in vita unicamente grazie a dei frammenti della montagna, dai quali non si possono separare, pena la morte immediata. Questa montagna ( chiamata "Montagna della vita") si trova nell'aldilà, e ben presto vengono inviati due emissari a recuperare gli otto pezzi in mano ai superstiti. Il volume racconta le storie degli otto protagonisti e del loro comportamento nel breve tempo concesso loro dalle pietre.  È un volume molto piacevole, con storie semplici ma sicuramente d'effetto. I due "emissari" potevano essere caratterizzati meglio, ma nel complesso è stata una lettura soddisfacente. 


Big X (2 volumi)

Durante la seconda guerra mondiale, uno scenziato giapponese prigioniero dei nazisti inventa un siero in grado di donare una forza ed una stazza colossale a chiunque se lo inietti. Ma piuttosto che donarlo ad Hitler decide di fuggire andando incontro al suo triste destino. Prima di morire affiderà la formula del siero al figlio, che vent'anni dopo si ritroverà nuovamente nel mirino della nuova Lega Nazista. Sarà il giovane figlio di quest'ultimo a prendersi il fardello del siero Big X, diventando il supereroe che tutti aspettavano. Opera piuttosto datata ma gradevole , che strizza l'occhio al Capitan America di Simon e Kirby. Ennesimo titolo più per completisti che per neofiti di Tezuka.


Maria e la bambola 

Ovvero Osamu Tezuka e l'educazione sessuale insegnata ai ragazzi degli anni 70. Yakeppaci è uno studente teppistello che partorisce (dal naso) uno spirito incorporeo di nome Maria, che andrà a sistemarsi all'interno di una bambola gonfiabile. Grazie a questo fantasioso espediente, Tezuka affronta (in modo piuttosto didascalico) la sessualità ed i rapporti uomo-donna. Un volume unico che miscela le parti più divulgative ad episodi divertenti di bande rivali e amori , dal sapore vagamente nagaiano. Per gli argomenti trattati risulta decisamente invecchiato male per la sensibilità odierna, ma nel complesso è comunque una lettura buffa e piacevole.


Il terzo occhio (serie in 7 volumi)

Una delle serie inedite più lunghe approdate sulla Osamushi Collection, ha per protagonista Hosuke Sharaku, un ragazzo delle medie decisamente sciocco che porta sempre uno strano cerotto in fronte. Intorno a lui succedono le cose più bizzarre, e ben presto veniamo a conoscenza del mistero sulle sue origini: appartiene infatti all'antica stirpe dei tre occhi, ed ogni volta che il cerotto in fronte viene rimosso, si apre un terzo occhio e la sua personalità cambia radicalmente! Lo Sharaku "risvegliato" è furbo, a tratti crudele e calcolatore, e si ritrova sempre invischiato in avventure rocambolesche , con lo scopo ultimo di trovare notizie delle sua stirpe. Questa serie è composta in archi narrativi di più capitoli, dove archeologia ed elementi fantascientifici /avventurosi alla Jules Verne formano un perfetto e piacevolissimo mix. 


Osaka, 1945

(uscito da noi con il titolo "Osaka, 1945") è una splendida occasione sprecata. Presentato come una raccolta di racconti, in realtà è una storia corale in due parti ambientata ad Osaka nell'immediato dopoguerra. In un clima fatto di smarrimento, miseria e disperazione, si muovono un gruppo di personaggi molto particolari : orfani di guerra, giovani delinquentelli e figli ribelli che cercano in tutti i modi (leciti o meno) di risollevarsi in un paese che è stato lasciato letteralmente in ginocchio. Lo stesso Tezuka (con il nome Takatsuka) compare nel manga, e ci viene mostrato come un giovane mangaka in erba, con ancora molto da imparare.  Gli elementi autobiografici sono proclamati ed evidenti, e nella prima parte l'autore riesce davvero a fare un dipinto vivido ed emozionante di quegli anni, grazie anche alla coralità della narrazione e ad un paio di personaggi davvero intriganti e ben riusciti . Nella seconda, purtroppo, decide di focalizzarsi sull orfano Tetsu e sul suo piuttosto assurdo desiderio di vendetta, e pur rimanendo una piacevole lettura, si arriva all'ultima pagina senza troppo trasporto, senza contare che la storia si interrompe bruscamente (un po' come accadeva in Vampires, il che mi fa pensare che questo Dotsuitare sia l'ennesima opera interrotta di Tezuka). Altra nota dolente è la totale o quasi assenza di personaggi femminili un minimo caratterizzati : le poche donne che appaiono sono dei meri oggetti sessuali (o quasi), e l'unico interessante, ovvero la giovanissima sorella prostituta del protagonista, viene da subito accantonata. Ed è un peccato, perché il mondo delle Pan Pan (le giovani donne che per sopravvivere arrivavano a prostituirsi per i soldati americani) poteva rivelarsi interessante. Lo stile è quello serioso e dettagliato dei seinen della maturità, chiaramente influenzato dal genere gekiga.  In definitiva, una prima parte molto bella e piacevole, ed una seconda meno incisiva e monca nel finale. Peccato!


Brave Dan

Brave Dan è uno shounen di Tezuka, pubblicato sulla rivista Weekly Shounen Sunday dal luglio al dicembre del 1962. Il volume si apre con la fuga rocambolesca del piccolo Ainu Kotan (il protagonista) e dei suoi genitori, dopo che il padre ha ucciso per autodifesa il terribile sorvegliante del cantiere di legname dove lavorava. Durante la fuga incontrano una tigre ferita scappata da un treno che la stava portando allo zoo, e la salvano da morte certa. La tigre (che si chiama Dan), pur odiando gli uomini salva a sua volta Kotan e i suoi genitori dall'attacco di un branco di segugi, per poi tornarsene nella foresta. Ma quando, poco dopo, Kotan rimane solo (in seguito all'arresto dei suoi genitori) Dan decide di tornare al fianco del bambino, e di proteggerlo. Inizia così la loro amicizia, e in seguito all'incontro con il vecchio cacciatore Upopo verranno a sapere dell'esistenza del misterioso tesoro degli Ainu, e delle tre chiavi necessarie per trovarlo. Secondo Upopo, Kotan è il predestinato che riporterà il tesoro al popolo degli Ainu, ed inizia così ad allenarlo sottoponendolo a prove difficilissime. Passano gli anni, e ben presto arriveranno altre persone interessate al tesoro, tutte capeggiate dal terribile professor Zogel e dal suo scagnozzo Kosekkoku. Come andrà a finire? E quali origini ha questo misterioso tesoro?  Come si può intuire siano davanti ad un volume shounen avventuroso piuttosto semplice e lineare, più vicino alle opere degli anni 50 che a quelle più complesse degli anni 70. Ma è per questo motivo un titolo trascurabile? Ebbene no, perché l'ho trovato davvero appassionante, e soprattutto ha come punto forte il bellissimo rapporto fra Kotan e Dan, che pur essendo costruito sull'eterno (e spesso rappresentato in letteratura) rapporto fra uomo e animale selvatico, spesso conflittuale e male accettato dalla società , riesce davvero ad emozionare e coinvolgere il lettore. Dico solo questo : il finale mi ha distrutto, e se avete un cuore distruggerà anche voi. Come ho già detto altre volte, per molti anni ho avuto una sorta di pregiudizio nei confronti delle opere più datate di Tezuka, ma devo ammettere che adesso le apprezzo moltissimo , e anzi, spesso le preferisco ad altre più recenti ma disorganiche e tirate via, e spesso senza finale. Lo metterò insieme a Shinsegumi, un altro volume degli anni sessanta che ho amato moltissimo!


Vampires (2 volumi)

Serie in due parti che ha per protagonisti umanoidi mutaforma (tutti raggruppati sotto il nome di vampiri) che nascondono la propria esistenza agli esseri umani. Tezuka (egli stesso fra i protagonisti di questo manga) darà riparo ad un giovane lupo mannaro, e questo evento scatenerà un problema dietro l'altro.  In questa serie, ad affascinarmi è soprattutto la presenza di Rock Holmes, personaggio dello star system tezukiano che in quest'opera veste per la prima volta i panni del cattivo ambiguo, crudele e amorale, che porterà in seguito allo sviluppo di altri personaggi simili come Michio Yuki di MW. La storia è formata da una prima serie e da un sequel uscito poco tempo dopo. Purtroppo la rivista dove veniva pubblicato quest'ultimo chiuse i battenti prima del termine della storia, che quindi non ha finale (e anzi, finisce con un cliffhanger pazzesco). La prima parte è comunque piacevole e compiuta, e merita sicuramente la lettura.


Prime Rose  (2 volumi)

Il modo in cui Tezuka scrive e gestisce i personaggi femminili (tranne rari casi) non mi ha mai fatto impazzire , quindi aspettavo quest'opera con molta curiosità. Nel complesso, beh, ha deluso le aspettative. La trama  non è male, e l'idea dei due paesi in guerra che scambiano i rispettivi terzi principi e principesse da tenere come veri e propri ostaggi è decisamente intigante come incipit. Interessante è anche la crescita della protagonista, che da ragazzina viziata si trasforma in principessa guerriera. Ma è proprio l'esecuzione ad essere raffazzonata e disorganica, con una seconda parte anticlimatica,  svogliata e tirata via che si redime solo in parte nel finale. Kaos affronta tematiche simili, ed è decisamente migliore.


Triton (2 volumi)

La storia dell'ultimo tritone rimasto, allevato da una madre umana e deciso a distruggere il clan di Poseidone che ha sterminato la sua stirpe (e che sta allungando i suoi tentacoli all'intera razza umana). E' un manga shonen ricco di azione ma anche di momenti commoventi e drammatici. La prima parte dedicata alla famiglia adottiva di Triton (composta dalla madre e dal fratello) sono le mie preferite, dove Tezuka affronta tematiche a lui care come l'amore, la compassione, le ingiustizie sociali e l'accettazione del "diverso". La seconda parte è quella più prettamente shonen, con battaglie sempre più serrate (ma divertenti)  e lo spettacolare e drammatico rendez-vous finale con Poseidone. Mi è piaciuto moltissimo e ve lo consiglio.


Kaos  (2 volumi)

Kaos è uno Shonen action fantascientifico  che ha per protagonista un ragazzo che, in seguito al tradimento  del suo migliore amico (per gelosia) , si ritrova a vivere una vera e propria odissea per la sopravvivenza, fra viaggi nel futuro, pianeti desertici e ostili e spaventose creature aliene. Opera dal ritmo serrato, fra Stevenson e Jules Verne, mi ha ricordato un po' le saghe fantascientifiche de La Fenice e le prime opere shounen di Osamushi (anche graficamente, pur essendo un titolo del 1978).Anche in quest'opera regna fortissimo il messaggio (caro ad Osamushi) che il rispetto e l'amicizia sono sentimenti universali e necessari, che devono andare oltre ogni differenza di razza, linguaggio e specie. Il finale è un po' velocizzato e tirato per i capelli, ma dà una buona chiusura alla storia. Anche questo è consigliato.


Unico

Fra tutti i personaggi di Tezuka è il mio preferito: un piccolo Unicorno sfortunato, che a causa di una maledizione è costretto a vagare nel tempo senza poter mettere radici, o lasciare ricordi nelle persone che incontra. Ho letto quest'opera per la prima volta in francese, e rimasi molto colpito dalla storia del protagonista (così triste, quasi struggente) e allo stesso tempo dall'audacità di certi capitoli, che affrontano tematiche tutt'altro che scontate (nonostante sia un'opera shoujo destinata ad un pubblico giovane). Sia chiaro, i vari racconti non sono dei capolavori, e c'è una certa ripetitività di fondo, ma è un'opera che rende di più se letta a piccole dosi.  Lo stile grafico è splendido : è il picco più alto dello stile shoujo/disneyano di Tezuka, e poterlo apprezzare nella versione a colori originale è una gioia per gli occhi. 

 

La principessa Zaffiro - I cavalieri gemelli

Se avete amato Zaffiro, amerete anche questo sequel. C'è poco altro da dire.


Cavie Umane 

Cavie Umane è una raccolta di racconti brevi di fantascienza, pensati per un pubblico giovane. Sono tutte storie vecchiotte (anni 60) e un po' naif, anche se presentano già molte tematiche care a Tezuka, che riprenderà e svilupperà nelle opere seguenti. La struttura dei racconti (che spesso terminano con un colpo di scena finale) mi ha ricordato la serie tv "Ai confini della realtà", e devo dire che nel complesso li ho trovati piacevoli. Il mio preferito è "Qualcuno impazzirà", che per alcuni versi mi ha riportato alla mente Siamo in 11 (chissà se ha ispirato la stessa Moto Hagio?!?!?). In definitiva, un volume piacevole, ma più per completisti che per neofiti di Tezuka. 


Il bisturi e la spada  

Questa è la trama riportata dalla casa editrice :" La seconda metà del 1800, con il secolare governo Tokugawa che fatica a mantenere il controllo del Paese contro i movimenti imperialisti e le intromissioni straniere, è un periodo tumultuoso e affascinante della storia giapponese. Osamu Tezuka lo racconta in un dramma storico ricco di azione e colpi di scena, attraverso gli occhi di due uomini molto diversi: Il samurai fedele alle tradizioni Manjiro Ibuya e il medico Ryoan Tezuka (antenato dell'autore) , aperto alle innovazioni occidentali. La storia della loro rivalità, che si trasformerà in amicizia, caratterizza una delle opere più significative della maturità artistica del Dio del Manga". Questa serie storica in sei volumi è narrata con uno stile sobrio ed equilibrato che ricorda quello di uno sceneggiato televisivo, e pur non essendo semplicissimo da seguire e contestualizzare (soprattutto se uno è a digiuno di storia giapponese) salta immediatamente all'occhio la cura nella costruzione dei personaggi (indimenticabili i due protagonisti) e della trama. La parte dedicata al vaccino antivaioloso  è una delle mie preferite , e non ho potuto fare a meno di pensare ad Ooku, un'altra splendida opera che affronta questo tema. Inoltre, in quest'opera c'è uno dei suoi personaggi femminili più riusciti, ovvero la splendida Okon. In definitiva, uno dei suoi capolavori, da leggere assolutamente.

 

Ambassador Magma 

Un'allegra famigliola di pseudorobottoni combattono contro un dinosauro alieno che vuole distruggere la terra. Non ce l'ho fatta ad andare oltre la metà del volume, perdonatemi.


Mela Meccanica 

La migliore raccolta di racconti approdate su questa collana. Storie della maturità artistica di Tezuka, che spaziano nei generi più disparati (dal dramma storico alla fantascienza, fino al thriller). Consigliato, anche a chi si vuole approcciare a Tezuka per la prima volta.


Shinsegumi 

Lo ammetto, non mi aspettavo un tale piccolo gioiello . La trama  è avvincente e le scene d'azione sono così dinamiche ed evocative da lasciare a bocca aperta ( quel combattimento alla luce dei fuochi d'artificio... mi si spezza il cuore). Ok, i personaggi sono forse leggermente stilizzati (stiamo pur sempre parlando di uno shonen degli anni 60, molto edulcorato nel raccontare i fatti storici)  ma pur nella loro semplicità risultano incredibilmente accattivanti . E poi, alla fine di tutto Tezuka tesse una riflessione sulla vendetta magistrale e commovente, come solo lui sapeva fare  .  Fra le opere inedite pubblicate sulla collana Osamushi è quella che mi ha sopreso di più. Piccola curiosità : La grande Moto Hagio ha deciso di diventare mangaka dopo aver letto quest'opera e adesso capisco decisamente il perché.


Il mondo in una bottiglia 

Chi si cela dietro alla misteriosa femme fatale Zephyrus, in grado di sedurre qualsiasi uomo? Qual'è il suo vero e macchiavellico scopo? E come fa il beone e impotente Gohonmatsu a diventare l'eroe di questa storia di vendetta tutta al femminile? Il mondo in una bottiglia è una delle opere più bizzarre e disorganiche di Tezuka : omaggio al Conte di Montecristo di Dumas ed al romanzo d'appendice, alterna la storia principale a tante side stories ambientate nello stesso mondo, che sta vivendo in una spirale discendente verso l'autodistruzione. Tezuka affronta molte tematiche (in modo anche efficace, come nei capitoli dedicati alla pelle sintetica in grado di modificare l'aspetto), ma la confusione regna sovrana, e sono arrivato alla fine un po' provato. Nel complesso mi e piaciuto, ma non lo metterei fra i miei preferiti.


Neo Faust 

A distanza di quarant'anni anni, Tezuka torna a riadattare la storia del Dottor Faust, stavolta usando un'ambientazione moderna e temi ben più cupi rispetto alla sua fiabesca versione del 1949 (edita da Goen) . Operà ahimè interrotta a causa della morte dell'autore , graficamente rappresenta forse il picco più alto di Tezuka, ed anche narrativamente parlando ha un' epicità unica, pur essendo incompiuta.

 

Ludwig B. 

Altro titolo validissimo rimasto incompiuto a causa della prematura morte di Tezuka. E' la storia di Beethoven, compositore sempre amato da Osamushi, che pure aveva usato le sue fattezze per l'ispettore Unmei, che appare nella serie  Il tre occhi. Nonostante il cattivo un po' "da operetta", quest'opera affronta brillantemente la figura del grande compositore, ed anche il comparto grafico è eccelso.


Melmo 

Nonostante il personaggio sia diventato iconico come una delle prime majokko in circolazione , il manga è una raccolta di episodi autoconclusivi decisamente dimenticabili e nettamente inferiori a quelli della serie animata (che a differenza del manga ha un finale). Nel volume è raccolto anche Le avventure di Rubi , una piccola avventura scifi molto più interessante di Melmo, anche graficamente parlando. Ennesimo volume per completisti.


Delitto e castigo 

Straordinario adattamento del 1953 del romanzo capolavoro di Dostoevskij. Nonostante la giovane età, Tezuka riesce a costruire una vera e propria "rappresentazione teatrale a fumetti" di quest'opera , in grado di far trasparire (grazie ai personaggi che si muovono nella stessa scena fissa ) la stessa angoscia presente nel romanzo. La versione della storia è più edulcorata (il pubblico di riferimento è molto giovane), ma l'essenza rimane invariata, pur con un finale catartico ma diverso, che ben si adatta al cambio di periodo storico (nel manga siamo agli inizi della rivoluzione bolscevica). Graficamente , il debito nei confronti della Disney è palese, ma il genio presente in alcune inquadrature e del tutto genuino. Consigliatissimo!


Barbara 

Non ho un buon rapporto con quest'opera, e tutt'ora devo capire se l'ho trovata geniale o semplicemente insulsa e noiosa. Il protagonista è un noto scrittore afflitto da bizzarre manie sessuali , che un giorno trova una ragazza senzatetto e ubriaca di nome Barbara. Quest'ultima comincerà a vivere insieme allo scrittore (dandogli non pochi grattacapi) , e diventerà per lui una sorta di Musa e salvatrice. Ad una prima parte piuttosto schematica e ripetitiva (tutta incentrata sulle fisse sessuali dello scrittore, che viene sempre salvato dall'intervento di Barbara) ne subentra un'altra più incentrata sull'occulto e lo spiritismo, e le figure femminili dei miti e delle leggende. Su carta sembra molto interessante, ma lo stile lisergico della narrazione su di me ha avuto un effetto più che altro soporifero. 


I.L.

Un losco regista fallito (Imari) finisce nella casa del misterioso Alucard (sì, è proprio lui, basta leggere al contrario) e riceve "in affidamento" la misteriosa vampira I.L, una bellissima donna in grado di cambiare aspetto a suo piacimento. Il compito del regista sarà quello di riportare il fantastico e il mistero nel  Giappone del 1969, ormai completamente asservito alla scienza e alla modernità. Su richiesta , o per risolvere misteriosi casi, Imari userà I.L. (ormai diventata l'attrice perfetta) per interpretare diverse donne, in una serie di racconti soprendenti e dal finale inaspettato. E' un volume molto piacevole, con storie più riuscite di altre ma che valgono comunque la lettura.


Due parole per finire: la quantità di opere di Tezuka arrivate negli ultimi tre anni è incredibile, ed è davvero difficile stare dietro a tutte le uscite. E capisco anche le persone che si lamentano , dicendo che ci sono tanti altri autori degni di nota e pubblicazione, e che non ne possono più di Tezuka. Eppure, il desiderio di quest'uomo di essere sempre moderno in qualsiasi epoca, e di non voler essere fagocitato e dimenticato  dal crudele mercato del manga ha fatto sì che le sue opere siano sempre nuove, sorprendenti e mai uguali a se stesse. A differenza di Nagai e Matsumoto, Tezuka non si è mai "adagiato" sugli stessi personaggi famosi , e sembra impossibile pensare che l'autore di Zaffiro e di Fusuke sia la stessa persona. E' per questo che di lui non mi stanco mai, e spero che l'amore nei suoi confronti si mantenga vivo anche nei prossimi decenni.

Voi avete letto qualcosa di questa collana? Fatemi sapere.
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