lunedì 21 settembre 2015

Green Manor - 16 Affascinanti Novelle Criminali




Titolo: Green Manor

Autori: Questo volume è scritto da Fabien Vehlmann (Dolci Tenebre) e illustrato da Denis Bodart. Ai colori abbiamo Scarlett (nei primi 11 episodi) e Scarlett, Denis Bodart ed Etienne Simon negli episodi dal 12 al 16. La traduzione italiana è di Giulia Scatizzi.


Informazioni varie: Questo volume è edito da Bao Publishing, ed uscirà nelle librerie e fumetterie il 25 Settembre. L'edizione italiana è identica alla versione "deluxe" francese, che contiene tutte e sedici le novelle della serie più un "quaderno grafico", che contiene numerosi schizzi,  illustrazioni e studi dei personaggi. Il volume è cartonato e anticato, e alla vista e al tatto sembra davvero un tomo dell'ottocento. Costa 27 euro, e vi assicuro che non è una spesa folle per il volume che vi ritroverete fra le mani. 

Trama: Il Green Manor's Club di Londra -vero protagonista di questo volume- è un circolo di gentiluomini con una passione in comune: lo studio del crimine. All'interno delle sue comode stanze  vengono raccontati, sviscerati e risolti (e sovente concepiti!) i delitti più strani e misteriosi, il tutto in un arco di tempo che va dal 1827 fino al 1899.
A rievocare questi delitti è un vecchio pazzo rinchiuso nell'ospedale psichiatrico di Bethlem, che afferma di essere "lo spirito del Green Manor".




Commento di Yue: Lo ammetto, le mie aspettative nei confronti di questo volume erano altissime, e vi spiego anche perché: amo la letteratura gialla, ed amo le opere ad ambientazione vittoriana.
Quindi, fin dal suo annuncio, ho guardato a questo Green Manor con un misto di curiosità e scetticismo. La curiosità era dovuta più che altro alle ottime recensioni in francese lette in giro, mentre lo scetticismo al fatto che si trattava di storie brevi, di non più di otto pagine (ed io non amo troppo la forma breve del racconto, soprattutto per il genere giallo).

Bene, dopo aver letto il volume posso affermare tranquillamente che siamo difronte ad un fumetto davvero pregevole e ben fatto, che ai miei occhi non ha difetti o quasi.
Le sedici novelle criminali, nonostante la loro brevità, sono splendidamente sviluppate e pur essendoci storie meno brillanti di altre, sono arrivato a fine volume con una piacevole sensazione di soddisfazione. Soprattutto, è la grande varietà di questi racconti ad avermi colpito: abbiamo vicende "paranormali" che nascondono gravi drammi umani, assassinii involontari e delitti della camera chiusa, trappole ingegnose contro la cupidigia e incredibili e crudelissime vendette. Non mancano nemmeno storie più leggere e divertenti, con ospiti "famosi" come Arthur Conan Doyle.

Anche graficamente mi ha dato parecchie soddisfazioni: pur avendo dei disegni non immediatamente accattivanti (Bodart ha uno stile tipicamente franco belga, che può non piacere a tutti) , e impossibile
non notare la cura per i dettagli (che siano abiti o elementi degli sfondi) e la splendida caratterizzazione fisica dei personaggi.

In definitiva, questo volume mi è piaciuto davvero molto. E lo consiglio a tutti gli amanti del buon fumetto, e in particolar modo agli appassionati del genere giallo.



domenica 20 settembre 2015

Meme: 10 Cose da Blogger

Seguendo l'esempio di Millefoglie e clacca ho deciso di partecipare a questo delizioso meme, che non presenta le solite millemila domande (talvolta insulse), ma si basa su di un concetto molto semplice: scrivere 10 curiosità sul proprio modo di vivere i blog e gli hobby ad esso collegati. 

Insomma, ci provo! E se vi va fatelo anche voi, o rispondete nei commenti.

1. Un figlio poco amato
Say Adieu to Yue non è stato il mio primo blog, ma il secondo. Tanti anni fa ne avevo uno su splinder , che aggiornavo quasi tutti i giorni e aveva pure un buon seguito. A dire il vero scrivevo molto poco di fumetti, e più di cose personali e sciocche (sfoghi vari, commenti a canzoni, illustrazioni e cose così) . Stranamente, non ricordo il titolo del blog, ma ci ero molto affezionato. Col tempo però, cominciai a postare sempre meno, e dopo un lungo periodo di pausa decisi di cancellarlo di punto in bianco, nello sconcerto generale (continuava infatti ad avere i suoi fan). 
Qualche tempo dopo, preso dal rimorso, decisi di aprire un altro blog su blogspot (che mi sembrava una piattaforma molto più facile da gestire), e così nacque Say Adieu to Yue. Ma dopo i primi, assurdi post cominciai a perdere entusiasmo, e questa nuova creatura diventò un figlio poco amato e trascurato . Ci sono voluti quasi quattro anni per ritrovare il vecchio entusiasmo nello scrivere , e ad oggi sono molto felice di non averlo abbandonato, o peggio ancora chiuso (e credetemi, ci ho pensato!). 

2. Post-it
La passione nel commentare le mie letture in forma scritta è nata grazie ad un fortuito incontro, per il quale non finirò mai di ringraziare gli astri. Mi riferisco a Minmay-chan, una delle creatrici del sito Nekobonbon. Io andavo alle superiori con suo fratello, e visto che ai tempi non avevo nemmeno un computer, cominciammo a scambiarci lettere (e in seguito, lettere e fumetti). Non ricordo come è avvenuto il primo contatto (forse con un bigliettino di ringraziamento per un numero della rivista Lodoss che avevo prestato al fratello) , ma ben presto May-chan divenne un mio punto di riferimento. Io sono una persona che si stanca facilmente delle cose, e sono convinto che se May-chan non avesse ampliato i miei orizzonti di lettore (prestandomi manga bellissimi, che ai tempi erano già fuori catalogo) la mia passione per i fumetti si sarebbe spenta lentamente come tante altre in quel periodo. 
Ricordo sempre che metteva dei post-it all'interno dei volumi, nei passaggi più significativi o divertenti: dei mini-commenti, che potevo rimuovere senza danni al fumetto e che conservavo gelosamente. Anch'io commentavo i volumi in questo modo, con i post-it, e la trovavo una cosa carinissima e divertente!
Ovviamente ci siamo incontrati anche di persona, ma i nostri rapporti sono stati perlopiù in forma epistolare. 
Con la fine delle superiori, i nostri contatti si fecero più sporadici (le lettere, in mancanza del fratello-postino diventarono lunghissime e-mail) e negli ultimi anni cessarono quasi del tutto. Ma ogni volta che la incontravo al Lucca Comics o in giro per la città, parlavamo sempre con gioia, come se il tempo non fosse mai passato. 
Putroppo Minmay-chan è venuta a mancare poco tempo fa, e la notizia mi ha sconvolto. Ma sono felice di averla conosciuta, e Say Adieu to Yue esiste anche grazie a lei, e ai suoi divertenti post-it. Grazie May-chan! 

3. Pignolerie varie
Io sono del segno della Vergine, quindi sì, sono abbastanza pignolo. Ma una decina di anni fa ero tremendo, per non dire insopportabile: tenevo i manga tutti imbustati e non li prestavo MAI (fatta eccezione per May-chan). Al massimo li facevo leggere agli altri sotto la mia supervisione, ma se qualcuno apriva l'albo per più di 30 gradi andavo in iperventilazione. Inoltre, se non riuscivo a passare dalla fumetteria il giorno stesso dell'uscita dei miei manga preferiti stavo proprio male. Per fortuna, col tempo questa ossessione è andata scemando e adesso sono molto più rilassato per quanto riguarda i fumetti: ho bandito le bustine , li maneggio con tranquillità e li presto molto volentieri. Anzi, quando un volume mi piace tantissimo faccio di tutto per prestarlo in giro (il mio me stesso di dieci anni fa inorridirebbe!) ed è stato proprio questo mio desiderio di promuovere le cose belle che ha decretato la rinascita di Say Adieu to Yue!

4. Say Adieu to Forumfree
 Il nickname Yue Lung -che è tratto da un personaggio di Banana Fish) è nato undici anni fa sul forum dello SMO (Shoujo Manga Outline). Ai tempi non avevo molti amici con cui condividere la passione per i fumetti, quindi mi iscrissi al forum sperando di ritrovarmi fra simili. Così fu, e in pochi anni diventò per me un luogo importantissimo: quanti pomeriggi passati a discutere di fumetti o a creare sondaggi buffi! Quanti manga bellissimi scoperti grazie ai suoi utenti! 
La mia passione per il genere shoujo (e soprattutto per gli shoujo "fuori dalle righe") è nata proprio grazie allo SMO e al rispettivo forum. E ricordo che a un certo punto creai pure Il Club del Lavaggio del Cervello, dove pubblicizzavo i manga e i fumetti a mio parere più meritevoli!
Adesso - vuoi per mancanza di tempo e vuoi perché tanti amici di chiacchiera se ne sono andati- posto molto meno, ma rimane una fonte importantissima per consigli e cose simili. E diciamo che ha fatto un po' "da palestra" per i commenti che scrivo sul blog.

5. Paranoid Android
I commenti sono sempre graditi, è inutile negarlo. Ok le condivisioni su Facebook, ok le stelline su twitter, ok tutto il resto (e vi ringrazio, e vi voglio bene) ma un commento è un commento punto. La soddisfazione di vedere che qualcuno si è privato di due minuti della sua vita per commentare qualcosa che hai scritto è unica.
Ma allora, uno deve commentare per forza, anche quando non ha niente da dire? No, perché io non lo faccio. Provo una grande ammirazione per le persone che commentano sempre e comunque , riuscendo a non scrivere cose stupide o trite anche su argomenti che non conoscono... Ma io non ce la faccio. Molto probabilmente sbaglio, ma la mia estrema insicurezza mi porta a comportarmi così.
Però ci rimango malissimo quando vecchi follower smettono di commentare il mio blog e continuano a commentare su quelli degli amici : è una cosa che mi scatena immediatamente un sacco di paranoie!
"Perché non commenta più? Dove ho sbagliato? Se la sarà presa per qualcosa?". Ebbene sì, riesco a star male anche per queste cose!

6. Libri e buchi neri
La mia passione per i libri e pari, se non superiore a quella per i fumetti. E mi piacerebbe parlarne di più su questo blog, anche al di fuori della solita rubrica sui preferiti del mese. Però non lo faccio, perché ogni volta che tento di analizzare e commentare un libro appena letto mi rendo subito conto dei miei limiti e spesso abbandono l'idea. Chiamatela insicurezza, chiamatelo complesso di inferiorità, ma è così.
Una piccola curiosità: a differenza delle librerie con i fumetti, che tengo ordinatissime, quelle con i libri sono lasciate da me nel più completo caos. E in questo caos si sono generati dei buchi neri, perché alcuni libri sono spariti senza lasciare traccia (ed io sono SICURO di non averli prestati/portati da qualche altra parte).
Ogni tanto ci provo a riordinare i libri, ma dopo pochi mesi il caos torna a prendere il sopravvento!

7. Riletture
Ogni tanto, a distanza di anni, mi piace rileggere una vecchia serie alla quale sono affezionato. Ma i volumi appena usciti (soprattutto manga) non li leggo mai più di una volta. Ogni tanto mi capita di rileggere passaggi particolarmente significativi, ma mai lo stesso volume per due volte di fila.
Di solito leggo molto lentamente, prestando grande attenzione alle tavole e ai testi. Quindi, arrivato alla fine dell'albo non sento mai l'urgenza di rileggerlo. Eppure conosco amici che si rileggono anche per tre volte di fila i nuovi volumi di One Piece! Una cosa per me inconcepibile XD.

8. Stroncature!
Ci sono blogger che provano grande diletto nello stroncare pubblicamente fumetti/manga/serie tv e compagnia bella, e di solito leggo i loro post con grande piacere e sghignazzando non poco.
Io sono un pigrone, e siccome faccio fatica a parlare anche delle cose che mi sono piaciute ho deciso di limitarmi a quelle. Ma mi piacerebbe in futuro creare una nuova rubrica in stile "Ciofeche del mese", da contrapporre ai favoriti! Sarebbe divertente.

9. Time is precious
E per non sprecarlo uso i seguenti metodi:
Libri: se a metà libro la storia non mi convince (o i personaggi mi risultano tutti indigesti o peggio ancora indifferenti) lo interrompo. Se si tratta di libri molto lunghi (vedi alcuni tomoni fantasy o classici dell'ottocento) mi fermo anche prima della metà .
Serie Tv: Di solito mi guardo almeno quattro episodi, e se non li trovo convincenti interrompo immediatamente la visione. Sia chiaro, non è che le provo tutte le nuove serie tv, ma solo quelle che reputo un filo interessanti.
Manga/Fumetti: Se si tratta di miniserie dai 5 volumi in giù, di solito leggo almeno un volume prima di decidere. Per le serie più lunghe preferisco leggerne almeno 3.

Mi rendo conto che sono dei metodi un po' drastici per giudicare un'opera, ma ormai ho una certa esperienza e riesco a capire quasi immediatamente se una cosa è nelle mie corde o meno. Unica eccezione i film: di solito finisco di vederli anche se sono bruttissimi. 

10. Contest
E' un bel po' di tempo che non faccio contest qui sul blog, ma mi piace premiare i miei lettori e per la fine dell'anno (magari dopo il Lucca Comics) conto di farne uno nuovo. Non ci guadagno niente, ma è pur sempre un modo per diffondere il buon fumetto!

Uff, ce l'ho fatta! Alla fine è venuto fuori un meme malinconico e poco interessante, ma pazienza.

giovedì 10 settembre 2015

Wet Moon vol.1 di Atsushi Kaneko



Titolo: Wet Moon

Autore: E' Atsushi Kaneko, che nel 2007 ha esordito in Italia con il manga Bambi (per Kappa Edizioni, interrotto al secondo volume) . A breve distanza sono arrivati anche i volumi unici R,  B. Q. - The Fly Book e B. Q. - The Mouse Book, tutti e tre editi da D/Visual. Attualmente la Panini Comics sta pubblicando la sua opera più famosa, Soil, mentre per la casa editrice Star Comics usciranno Bambi e Deathco.



Informazioni varie: Wet Moon è un manga in tre corposi volumi, serializzato a partire dal 2011 sulla rivista seinen Comic Beam, della casa editrice Enterbrain

Trama riportata dalla casa editrice: Anni Sessanta, città di Tatsumi. Sada è un giovane detective inserito in un gruppo di colleghi corrotti la cui unica preoccupazione è evitare che l’ultimo arrivato rovini i loro loschi affari con il suo modo di fare diretto e i suoi ideali di giustizia.  Durante un inseguimento a una sospetta assassina, il ragazzo subisce un infortunio che, oltre a lasciargli una cicatrice sulla testa, lo rende ossessionato dalla ricerca della donna. Sada è disposto a tutto pur di trovarla..

Commento di Yue: Il volume si apre con una perfetta sequenza da film noir: una donna con un impermeabile rosso si aggira in una città buia e deserta. Un' uomo misterioso la sta pedinando, ma quest'ultima se ne accorge e comincia a correre. L'uomo cerca di raggiungerla, ma una forte fitta alla testa lo mette fuorigioco. 
Inizia così Wet Moon, e già dalle prime pagine ci mostra quelli che saranno i "poli opposti" della vicenda: da una parte c'è Sada, il giovane detective idealista e "puro" che in seguito ad un misterioso incidente si ritrova con un frammento di metallo nel cervello e frequenti perdite di memoria; e dall'altra c'è Kiwako, detta "La squartatrice": una donna dallo sguardo malinconico che è fuggita dall'azienda in cui lavorava con un sacco di soldi e con un'accusa di omicidio sulla testa. 
La fuga di Kiwako è il primo grande fallimento di Sada, che da quel momento coverà una vera e propria ossessione per la donna, arrivando a tappezzare l'intera città di volantini.
Intorno a Sada e a Kiwako si aggirano molti altri personaggi: i colleghi corrotti del dipartimento, misteriose ballerine di cabaret ed altri personaggi chiave (come il sindaco o il famigerato informatore Tamayama) che avranno sicuramente un ruolo fondamentale nei prossimi due volumi. 
Dalla mia descrizione sembra quasi un manga sobrio e cupo, nel tipico stile dei film noir e dei thriller , ma vi assicuro che il tocco di Kaneko c'è tutto: nei personaggi (grotteschi, spesso inquietanti e deformi nel fisico o nella mente) e nelle situazioni misteriose e apparentemente inspiegabili
 (ad esempio, come c'è finita la scheggia di metallo in testa a Sada, che pochi attimi prima dell'incidente stava inseguendo proprio Kiwako?). 
Insomma, come primo volume è sicuramente introduttivo, e suscita nel lettore un sacco di domande, ma allo stesso tempo, proprio per questo è impossibile posarlo prima di aver letto l'ultima pagina. 
Graficamente poi è un gioiellino: come sapete, lo stile di Kaneko mi fa impazzire , ma anche se non lo si apprezza particolarmente per i suoi disegni è impossibile rimanere freddi alla sua "regia" (come amo spesso dire, forse a sproposito visto che non si parla di un film): ogni vignetta è al punto giusto, ogni dettaglio significativo e un' espressione del volto dei suoi personaggi è più eloquente di mille parole. Se non è maestria questa! In particolar modo mi è piaciuto il modo in cui ha gestito il personaggio di Kiwako, che in questo primo volume è talmente marginale e furtivo da sembrare quasi il fantasma di un sogno. 
Molto evocativi i continui rimandi al "Viaggio nella luna" di Georges Méliès: all'inizio della storia (che è ambientata nei primi anni 60) si parla già del futuro sbarco sulla luna,  e questo film è legato ad un episodio traumatico dell'infanzia di Sada, che infatti vede l'inquietante luna con il missile nell'occhio nei momenti di forte stress psicologico.

In definitiva, lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di un thriller intrigante e ben sviluppato, con personaggi originali e situazioni misteriose. E anche alle persone che in passato sono rimaste deluse da questo autore: potreste ricredervi. 


domenica 6 settembre 2015

La Farfalla Assassina (Choujuu Gitan) vol.1 di Yuka Nagate


Titolo: Choujuu Gitan (蝶獣戯譚) che in italiano è diventato La Farfalla Assassina.

Autrice: E' Yuka Nagate, conosciuta in italia per il manga in sei volumi Toki- Il santo d'argento, spin off del celebre Hokuto no Ken

Informazioni: E' un seinen storico in due volumi, inizialmente pubblicato sulla rivista Comic Bunch (fino alla sua chiusura) e poi passato su Comic Ran della casa editrice Leed. Esiste anche una seconda serie (Choujuu Gitan II) composta da cinque volumi e anch'essa annunciata da Goen.
© Yuka Nagate

Trama: Cito direttamente il prologo: 
"All'inizio del periodo Edo, sotto il governo Tokugawa, si cercava di porre fine al ruolo degli shinobi che durante il periodo Sengoku avevano agito nell'ombra. I Jonin (ninja di alto rango) delle famiglie Iga e Koga erano stati assoldati come spie del governo, ovvero dallo shogunato. Molti degli shinobi licenziati si mescolarono alla gente comune . Approfittando delle loro conoscenze alcuni diventarono venditori ambulanti di medicamenti, altri diventarono artisti di strada, altri diventarono contadini. Tuttavia ci furono anche quelli che non riuscirono ad adattarsi. Questi diventarono criminali, come ladri o assassini. Esistevano anche persone che andavano a caccia di questi shinobi che avevano smarrito la via... " 

Ambientato nel noto quartiere dei piaceri Yoshiwara (quartiere strategicamente molto importante), quest'opera ha per protagonista la prostituta Kocho, molto amata e richiesta dai frequentatori della casa di piaceri in cui lavora. Ma la sua è soltanto un'attività di copertura: Kocho in realtà si chiama Ocho, ed è una cacciatrice, vale a dire una kunoichi che ha il compito di uccidere per il governo tutti quegli shinobi che in quel periodo di pace si sono dedicati ad un' attività criminale. 


Commento di Yue: Non sono una persona che si fa abbindolare facilmente da dei bei disegni, ma devo ammettere che stavolta hanno avuto un ruolo predominante nella mia scelta di leggere quest'opera. Come è noto, ho un debole per i manga ad ambientazione storica, ma la trama di questo Choujuu Gitan mi convinceva poco: la figura dell'assassina fredda e bellissima è una delle più usate in questo genere, quindi temevo che i bei disegni nascondessero una storia esile e banale. Ma alla fine ho ceduto ugualmente e devo dire che questo primo volume mi è piaciuto. Di certo non è un capolavoro, e non ha meriti particolari sul fronte originalità. Ma ha quella solidità di fondo tipica di tutti i buoni chanbara [1] e sono arrivato a fine volume soddisfatto. 
Pur avendo una struttura episodica, già verso la fine del volume si intravede un accenno di "trama orizzontale"[2] e la protagonista è sì bellissima e spietata, ma l'autrice riesce egregiamente a lasciar intravedere i tormenti interiori che la affliggono. Certo, la sua figura e quella del suo fido collega Raizo sono ancora avvolte nel mistero, ma scommetto che nel secondo volume l'autrice ci rivelerà qualcosa di più sul loro conto. 
I disegni sono molto buoni, e soprattutto nelle illustrazioni a colori è impossibile non pensare a Hiroaki Samura: stesso stile "graffiato" e stessa composizione. Ma con questo non voglio dare della "copiona" alla Nagate, anzi, si vede bene che ha un suo carattere, e che il suo stile migliora di volume in volume. Una curiosità: nonostante la presenza di molte illustrazioni "ammiccanti", questo primo volume è quasi completamente scevro di scene erotiche e nudità. 

L'edizione Goen è molto buona : ci sono quattro pagine a colori e non ho notato errori/refusi né passaggi che suonano strani nella traduzione. 

In definitiva, consiglio quest'opera a tutti gli amanti dei manga storici e a chi cerca un fumetto piacevole e ben disegnato. 
© Yuka Nagate
NOTE:
[1] Per Chanbara si intende il genere di "cappa e spada" giapponese. E' un termine che solitamente viene riferito ai film, ma che io uso a sproposito anche per i fumetti.

[2]Per trama orizzontale si intende un tipo di narrazione non episodico, o che comunque si estende per più episodi (o fa da legante fra di essi). Questo termine viene usato principalmente nell'ambito delle serie tv, quindi anche stavolta l'ho usato un po' a sproposito. 
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