domenica 4 febbraio 2018

Intermission 40 - Anno nuovo, vecchie abitudini.

Siamo a inizio Febbraio, e la mia riserva di "joie de vivre" per il 2018 si è già completamente prosciugata . Ma se sul fronte "real life" non ci sono stati grandi miglioramenti rispetto alla fine del 2017, almeno sul fronte letture e visioni la situazione è decisamente migliorata. 
Quindi ehi, ciao 2018! Che ne dici di un ennesimo intermission sconclusionato, giusto per non perdere le cattive abitudini?

Prima di cominciare ci tengo a dire una cosa: ringrazio tutte le persone che anche quest'anno hanno partecipato al premio My Cup of Tea. Si tratta di uno stupido giochino, me ne rendo conto, ma ci tengo tantissimo. E ringrazio anche le persone che mi hanno gentilmente detto di non poter partecipare, e quelle che ho taggato su facebook e mi hanno completamente ignorato (li ringrazio perché mi hanno fatto capire che, evidentemente,  i loro blog sono troppo importanti per partecipare). Speriamo in un 2018 altrettanto ricco di sorprese e tazzine!

Uh-oh.


Vi ricordate il mio blocco del lettore, di cui mi lagno da praticamente un anno? Ecco, finalmente sono riuscito a leggere un libro dall'inizio alla fine, e voglio parlarvene.

Si tratta di The Long Way - Il lungo viaggio di Becky Chambers, uscito qualche settimana fa per Fanucci Editore. E' un romanzo di genere sci-fi, che ha per protagonista l'equipaggio della Wayfarer,  navicella costruita per creare tunnel spaziali che consentono il passaggio immediato da un capo all'altro della galassia. Già vedo l'espressione scocciata delle persone che non amano il genere fantascientifico, ma credetemi, questo romanzo è molto insolito perché si tratta praticamente di uno slice of life ambientato nello spazio, dove la storia è quasi completamente focalizzata sui rapporti fra i vari membri dell'equipaggio. Un equipaggio composto da numerose specie, culturalmente e fisicamente molto diverse fra loro, ma che nonostante tutto riescono a convivere ed a volersi bene. 
Nonostante la presenza di una trama principale di fondo (la costruzione di un tunnel che collega lo spazio centrale ad un pianeta abitato da una specie decisamente bellicosa) , i vari capitoli hanno quasi il sapore delle storie brevi: ogni personaggio ha infatti il suo momento di gloria, e ci sono delle splendide riflessioni su  politica,  guerra, sul concetto di famiglia e di genere. 
Lo stile della Chambers è spigliato e divertente, e confermo quello che molte recensioni hanno fatto notare : è uno di quei romanzi che ti lascia, a fine lettura, completamente appagato, e con un sorriso sulle labbra. Consigliatissimo!

Avete visto Devilman Crybaby su Netflix?
Come ho già detto in altre occasioni, Go Nagai è uno di quegli autori che non ho mai particolarmente amato , ma Devilman è un'opera iconica e quando ho sentito che Masaaki Yuasa si sarebbe occupato di questa nuova incarnazione animata, beh, l'hype è salito alle stelle. Ebbene, il giorno dell'uscita ho visto tutti e dieci gli episodi di fila, e mi è piaciuto moltissimo. Che splendido adattamento! Una versione moderna che non  snatura minimamente il manga, e che anzi, enfatizza ed attualizza molti temi che nel manga erano solamente accennati. Anche l'animazione - che mescola uno stile moderno e sincopato a quello stilizzato dei mostri di Nagai- l'ho trovata perfetta, e davvero, se non avete visto le altre opere di quel genio di Yuasa (come Kaiba e Tatami Galaxy) non so davvero cosa aspettate. 

Visto che abbiamo tirato in ballo Netflix, mi sembra giusto passare alle serie tv che sto seguendo in questo periodo. Sia chiaro, ce ne sono sempre troppe da vedere (e molte le ho messe pure in pausa in attesa di tempi migliori), ma due o tre riesco a seguirle pure io.
Al momento, quella che mi incuriosisce di più è The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story , di "nostro signore del trash" Ryan Murphy. La prima stagione dedicata al processo di  O.J. Simpson mi aveva molto colpito per la sua sobrietà e accuratezza nei fatti narrati (senza contare  un paio di interpretazioni memorabili). Questa seconda su Versace è altrettanto interessante, anche se i momenti dedicati alla famiglia dello stilista -almeno nei tre episodi che ho visto- li ho trovati un filo kitsch. Grande sorpresa, invece, per l'Andrew Cunanan interpretato da Darren Criss : ruba lo schermo in ogni sua apparizione, e mi sembra chiaro che è lui il protagonista indiscusso della serie. Il terzo episodio in special modo , che si discosta leggermente dai primi due, focalizzandosi su una delle vittime meno conosciute di Cunanan, mi ha molto colpito per la sua asciutta crudezza e per l'interpretazione straordinaria di Judith Light. Insomma, è una serie promettente (piccola curiosità: la sceneggiatura è opera dello scrittore  Tom Rob Smith, già sceneggiatore della miniserie London Spy). 

Un'altra serie uscita recentemente per TNT, e che sto seguendo con grande  curiosità, è The Alienist. Il romanzo di Caleb Carr l'ho letto un'estate di cinque o sei anni fa, e mi piacque moltissimo. Non ricordo tutto alla perfezione, ma rimasi molto colpito dal carisma dei personaggi, e dal fascino dell'ambientazione newyorkese di inizio 900. La serie tv -almeno per i due episodi che ho visto- è estremamente ambiziosa: la ricostruzione degli interni e degli esterni è magistrale, e sia la regia che la fotografia lasciano veramente sbalorditi (alcune scene hanno il nitore di veri e propri dipinti). Il cast, purtroppo, è meno entusiasmante: Daniel Brühl è bravo e convincente nei panni del Dottor Laszlo Kreizler , ma Dakota Fanning è algida e inespressiva e Luke Evans non sempre sembra a suo agio nel personaggio. Insomma, almeno per ora sembra prevalere la forma alla sostanza, ma mi auguro che la situazione migliori via via che entreremo nel vivo della storia.

Qualche giorno fa è approdata su Netflix la prima stagione di Altered Carbon, tratta dai romanzi di Richard K. Morgan (se volete una bella recensione andate QUI. Ho visto solamente tre episodi, e ancora non sono riuscito a farmi un'idea chiara di questa serie. Da una parte ha elementi, per quanto non originalissimi, molto interessanti. Dall'altra ho notato un po' di piattume nei dialoghi, ed anche nella messa in scena (insomma, davvero nel 2018 abbiamo ancora bisogno di mettere gli ologrammi sui palazzi alla Blade Runner? Superiamola questa cosa, vi prego!). L'attore protagonista non mi dispiace (ha una buona presenza scenica, e mi sembra adatto al personaggio), il resto del cast direi che è abbastanza noiosetto (a parte l'adorabile Poe e il buon vecchio James Purefoy, che alla sua seconda apparizione ci regala un nudo integrale in onore dei vecchi tempi della serie tv Roma). Insomma, al momento non mi sta proprio entusiasmando, ma vi terrò aggiornati. 

Vi ricordate la mia maratona di "un film al giorno" di qualche anno fa? Bene, non sono tornato a quei livelli, ma sicuramente, nel mese di Gennaio ho visto parecchie cosine interessanti.
Impossibile parlare di tutto quello che ho visto, ma un po' di menzioni d'onore le devo fare:

On Body and Soul: Film ungherese candidato all'oscar come miglior film straniero. Diretto benissimo, visivamente straordinario, è la storia di due anime gemelle che prima ancora di incontrarsi, si sognano. Il tutto ambientato nell'asettica brutalità di un mattatoio. 

God's own Country: Definito dalla critica come "Yorkshire Brokeback Mountain", è la storia del giovane e ombroso allevatore Johnny Saxby, che in seguito alla malattia del padre si ritrova a farsi carico tutto da solo dell'azienza di famiglia (sacrificando i suoi sogni). Sarà l'arrivo del giovane bracciante rumeno Gheorghe a far breccia nella corazza di solitudine di  Johnny.  Vera sorpresa Queer del 2017, è un film adorabile, pieno di agnellini carini. 

Elle: Non avevo ancora visto questo film di Paul Verhoeven (regista che adoro), ma in molti me l'avevano consigliato, tirando in ballo il mio amore per Brian de Palma e Patricia Highsmith. Beh, mi è piaciuto moltissimo, e Isabelle Huppert è immensa (tanto per cambiare). 

Chiamami col tuo nome : Tratto dal romanzo di André Aciman, parla della breve ma intensa storia d'amore fra il giovane diciassettenne Elio e lo studente universitario Oliver (che collabora ad alcune ricerche con il padre di Elio, che è un professore universitario). Coming of age raffinato e Bertolucciano (passatemi il termine), pur non avendomi coinvolto al 100%, mi è piaciuto. 

The Killing of a Sacred Deer : Un dottore, il figlio di un paziente morto, una famiglia perfetta e una strana maledizione dal sapore biblico... Yorgos Lanthimos si conferma il maestro del disagio e dell'angoscia. 

Three Billboards Outside Ebbing, Missouri: storia di una madre rabbiosa che cerca la verità sull'omicidio della figlia. Un film pieno di personaggi sgradevoli e con un finale tutt'altro che conciliatorio e rassicurante. Devo ancora capire se l'ho amato o odiato, ma la McDormand è tostissima.

Una mujer fantástica (Una donna fantastica):  parla di una giovane donna transessuale che si vede crollare il mondo addosso in seguito alla morte del compagno. Vittima dell' ostilità e delle cattiverie della famiglia di quest'ultimo, soffrirà molto prima di ritrovare un suo equilibrio. L'attrice protagonista (Daniela Vega) è sublime. Candidato come miglior film straniero (Cile) agli Oscar . 



Sul fronte fumetti non ho novità particolarmente rilevanti. Sto continuando a leggere con grande interesse Children of the Whales, e non vedo l'ora che arrivi l'anime su Netflix! 

Alla prossima! 


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